Siena, 27 novembre 2014 - Poldo aveva gli occhi buoni. Occhi che parlavano. Li ha chiusi per sempre due mesi dopo il suo amatissimo padrone, col quale ha vissuto sei anni in una simbiosi perfetta e del quale – come si fa a non crederlo – non ha potuto sopportare la mancanza. Poldo era il cane di Filippo Roncucci, il pilota colligiano deceduto il 28 settembre nel tragico incidente aereo di Mensanello: un bellissimo esemplare di bovaro del bernese, che accoglieva festoso chiunque (sempre tanta gente, perché Filippo era così) arrivasse alla tenuta o all’aviosuperficie. Per sei anni è stato un cane felice in quel piccolo paradiso in terra che è Mensanello: con Filippo mangiava, dormiva, viaggiava in macchina, stava in ufficio, nei campi e negli hangar, sempre insieme, inseparabili.
Poi è venuto il giorno maledetto e senza più Filippo, Poldo ha perso la felicità e la salute. Si è spento un po’ per giorno, fino ad ammalarsi di una malattia che in un mese gli ha tolto la vita. I cani non hanno la risorsa del pensiero, vivono solo del loro puro e meraviglioso istinto e da quel 28 settembre l’istinto di Poldo ha avvertito solo l’assenza del suo grande e amatissimo amico. Un dolore senza fondo, fino a morirne. Gli occhi buoni di Poldo si sono chiusi per l’ultima volta martedì scorso, fra l’altro (e come si fa a non farsi almeno sfiorare dal pensiero di un altro scherzo del destino) proprio nel giorno del suo sesto compleanno. «E’ voluto tornare con il suo padrone», dicono gli amici col groppo in gola. E allora corri, Poldo, corri da Filippo. E salutalo per noi.