Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Campobasso, segregata in casa per 22 anni. Schiava del fratello e della cognata

La donna è stata liberata dai carabinieri di Bojano dopo una segnalazione. Nel suo racconto le vessazioni fisiche e psicologiche subite

Segragata 22 anni, la stanza ricavata di fianco ad una legnaia  (Ansa

Segragata 22 anni, la stanza ricavata di fianco ad una legnaia (Ansa

Campobasso, 12 settembre 2022 - Segregata in casa per 22 anni del fratello e della cognata. I carabinieri hanno liberato e soccorso una di 67 anni di Bojano (Campobasso), vittima di violenze psicologiche, fisiche e di privazioni. La donna ora si trova in una struttura protetta.

La tragica vicenda ha avuto inizio nel 1995 con la morte del marito della donna, che al tempo era 40enne. Il fratello, vedendola triste e sola, la invitò a vivere con lui e la moglie. Un gesto gentile, che la sorella accettò di buon grado per vincere il dolore della recente perdita. La donna venne sistemata nella camera che era stata degli anziani genitori, e nei primi anni tra la coppia l'ospite non ci sono problemi. Ma dura poco e i rapporti cambiano: la donna inizia ad essere considerata un peso, un ospite scomodo, e il fratello la invita a trasferirsi in una stanza improvvisata e senza riscaldamento, all'esterno dell'abitazione, a fianco della legnaia.

Praticamente la sua prigione: la donna è rinchiusa, la stanza è accessibile solo da una scala a chiocciola esterna, il cui accesso bloccato da un sistema di chiusura che consisteva in uno filo resistente legato ad un chiodo piantato nel muro. Un sistema rudimentale, ma efficace perché per 22 anni la donna non è mai riuscita ad uscire, magari approfittando dell'assenza dei coniugi. 

La vittima non poteva spostarsi da sola o parlare con qualcuno, solo alcune volte è stata accompagnata dal parrucchiere, ma sempre sotto la sorveglianza del fratello o della moglie. Inoltre non è mai stata visitata da un medico negli anni di prigionia. Le è stato impedito anche di recarsi sulla tomba del marito. Il resto erano vessazioni quotidiane, schiaffeggiata e picchiata più volte dalla coppia, costretta a lavarsi una volta al mese nella vasca del bucato perché non le era consentito l'utilizzo del bagno, e soprattutto a dormire al freddo.

I carabinieri nel rapporto scrivono: "La 'resilienza' della donna è stata messa a dura prova negli anni, ma ha vinto la sua capacità di sopportare le gravissime privazioni subite, dalla libertà personale, a quella di parola e di autonomia, mostrando un desiderio di vivere ed uscire da tale situazione, cercando in ogni occasione di chiedere aiuto, con tentativi rimasti per troppo tempo inascoltati". I militari sono giunti a lei grazie a una segnalazione che li ha convinti a fare un effettuato un sopralluogo nell'abitazione per verificare la terribile vicenda. 

In seguito i militari hanno allontanato la donna dal fratello e la moglie, portandola in caserma per ascoltare la sua testimonianza. La 67enne, alla presenza di un consulente nominato dalla Procura di Campobasso, e rassicurata del fatto che non avrebbe più fatto ritorno in quell'abitazione, ha sporto denuncia raccontando una storia di schiavitù durata 20 anni. "È stata molto lucida e precisa nel racconto, nonostante il vissuto", hanno sottolineato gli investigatori dell'Arma.