Giovedì 13 Marzo 2025
REDAZIONE CRONACA

Campi Flegrei, il supervulcano dà segnali di irrequietezza

Lo svela in collaborazione da University College London e Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Se la situazione dovesse evolvere verso un'eruzione "questa potrebbe essere simile a quella del 1538"

Una Solfatara nei campi Flegrei (Ansa)

Napoli, 15 maggio 2017 - Qualcosa si muove sotto ai Campi Flegrei. stanno aumentando i segnali di irrequietezza del supervulcano. Ciò non cambia al momanto l'allerta gialla in vigore nella zona dal 2012.

A svelare l'attività, e a misurare per la prima volta i segnali in modo sistematico è la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications e condotta in collaborazione da University College London (Ucl) e Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Quest'ultima ha subito charito che i dati pubblicati hanno "una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile".

"I segnali indicano che c'è una dinamica in atto, ma non sappiamo se questa 'agitazione' a lungo termine porterà ad un'eruzione", spiega all'Ansa il vulcanologo Stefano Carlino, dell'Osservatorio Vesuviano, coautore della ricerca con Giuseppe De Natale, sempre dell'Osservatorio Vesuviano, e Christopher Kilburn, dell'Ucl. "Non sappiamo quale sia la soglia di criticità dell'energia accumulata". 

Ma il modello indica che se la situazione dovesse evolvere verso un'eruzione "questa potrebbe essere simile a quella del 1538, che è stata piccola rispetto a quelle catastrofiche che hanno generato la caldera dei Campi Flegrei". 

Proprio lo studio mostra come i segni di irrequietezza che si sono manifestati nei Campi Flegrei negli ultimi 67 anni, somiglino molto a quelli osservati 500 anni fa e che nell'arco di un secolo hanno portato all'eruzione del 1538. 

Dal 1950 il suolo si è sollevato di oltre 4 metri nel porto di Pozzuoli, a causa dei movimenti del magma a tre chilometri di profondità, e nell'area ci sono stati circa 20.000 terremoti. Analizzando le deformazioni del suolo nei Campi Flegrei, ossia il sollevamento e abbassamento del suolo (bradisismo), e il tasso di sismicità dell'area, i ricercatori hanno quindi messo a punto un modello che aiuta a prevedere il comportamento di questo supervulcano. In questa chiave sono stati analizzati i movimenti del suolo avvenuti negli ultimi decenni, i principali dei quali risalgono agli anni '70 e '80. 

Il dato da tenere sotto controllo è quindi la somma delle deformazioni avvenute, che potrebbe aver causato un accumulo di energia nella crosta terrestre avvicinandola al punto di rottura. Resta comunque impossibile se e quando possa avvenire un'eruzione.