Roma, 13 marzo 2017 - Si avvicina il momento più atteso per gli amanti della bella stagione: il cambio dell'orario. Domenica 26 marzo 2017 scatta l'ora legale, che come tutti sanno implica tramonti posticipati e giornate più lunghe. Uscire dall'ufficio e vedere ancora il sole alto è un toccasana per l'umore. Ma non da tutti questa piccola modifica alla routine è accolta con gioia. Domenica 26 infatti dormiremo un'ora in meno: questo perché la sera prima avremo spostato le lancette dell'orologio avanti di un'ora. Per molti, questi 60 minuti di sonno rubati sono un vero sopruso e portano con sé la stanchezza e l'irritabilità tipica dell'effetto jet lag. Non abbiate paura però, bastano un paio di giorni per smaltirle. E allora tutti potranno finalmente godersi la primavera.
Quando si cambia l'ora di preciso? Nella notte tra il 25 e il 26 marzo, il weekend successivo all'equinozio di primavera che cade il 20 marzo: alle 2:00 le lancette dell'orologio andranno spostate avanti di 60 minuti. Andremo dunque a letto sabato con il 'vecchio' orario e ci sveglieremo domenica con il 'nuovo'.
Quanto dura l'orario estivo? Il ritorno all'ora solare avverrà nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2017 alle ore 03:00, anche in questo caso seguendo la procedura standard bisognerà riportare le lancette indietro di un'ora.
L'ora legale è sempre esistita? Niente affatto. E' con la nascita della società industriale che l'uomo ha sentito l'esigenza di regolare le proprie attività in base a un orologio condiviso, modificando l'orario solare. Dormire di più la mattina significherebbe perdere ore di luce e restare al lavoro ben oltre il tramonto. Allo stesso modo rimanere svegli o al lavoro oltre il tramonto vorrebbe dire sprecare energia. Ecco perché fu elaborato questo prezioso escamotage. La capostipite dell'innovazione fu, manco a dirlo, l'Inghilterra, patria della rivoluzione industriale, che introdusse l'orario legale all'inizio del 1900. Con la prima guerra mondiale, la nuova convenzione si diffuse negli altri paesi europei. Italia inclusa. Dal 1996, è stata adottata con un calendario comune in tutta Europa.