Venerdì 15 Novembre 2024

Calenda solo al Quirinale "Renzi? È impegnato"

I centristi smentiscono tensioni. Rissa con il Pd sui vicepresidenti delle Camere

Il Terzo Polo ha eletto, ieri, i nuovi capigruppo a Camera e Senato, con la “renziana“ Raffaella Paita a Palazzo Madama, mentre a Montecitorio ci saranno i calendiani con Matteo Richetti. Perlo più comunque sono state conferme quelle avvenute ieri con l’elezione dei capigruppo, ultimo passaggio formale necessario per l’avvio delle consultazioni al Colle. Per la maggioranza, da Fratelli d’Italia è arrivata la conferma dei due capigruppo uscenti, Luca Ciriani al Senato e Francesco Lollobrigida alla Camera; anche la Lega ha rinnovato l’incarico ai capigruppo della scorsa legislatura, Massimiliano Romeo al Senato e Riccardo Molinari alla Camera; Forza Italia, invece, ha optato per il cambiamento ed ha eletto alla guida del gruppo azzurro del Senato la fedelissima del Cavaliere, Licia Ronzulli, mentre alla Camera per i deputati FI è ora il turno di Alessandro Cattaneo. Il neo costituito gruppo al Senato di Civici d’Italia-Noi Moderati-Maie ha eletto presidente il senatore Udc Antonio De Poli.

Per quanto riguarda il Pd, la scelta è caduta sulle donne, ovvero la continuità rappresentata dal presidente dei senatori dem, Simona Malpezzi, e da Debora Serracchiani, che resta alla guida del gruppo alla Camera; il M5s conferma Francesco Silvestri capogruppo a Montecitorio, mentre Barbara Floridia è stata eletta alla guida dei senatori. Infine, nella lotteria dei presidenti delle commissioni di garanzia e soprattutto del vice presidenti di Camera e Senato e dei questori, la partita è doppia. Il Terzo Polo ha denunciato di essere stato fatto fuori da Pd e M5S. Renzi ha minacciato di rivolgersi al presidente della Repubblica se saranno cancellati, ma il garbuglio è difficile da sciogliere e non dipende solo dalle frizioni con Renzi. Maria Elena Boschi ambiva alla commissione di Vigilanza Rai oppure alla vice presidenza alla Camera, così come a un bis a Montecitorio come vice presidente puntava Ettore Rosato.

Se il Terzo polo resterà a bocca asciutta, le crepe tra Renzi e Calenda sono destinate per ora ad essere camuffate. Molti però nelle ultime ore le hanno messe in evidenza, puntando sul fatto che Matteo Renzi non salità al Quirinale per le consultazioni, e intravedendo in questa scelta una presa di distanza da Calenda (lui smentisce decisamente). C’è addirittura chi arriva a ipotizzare una disponibilità futura dell’ala renziana ad andare in soccorso della maggioranza se alla fine il dissidio tra Berlusconi e la Meloni non dovesse rientrare.

Elena G. Polidori