Roma, 24 luglio 2022 - Caldo record, siccità e umidità: tre fattori allarmanti per Alessandro Miani, presidente della Sima, la società italiana di medicina ambientale, professore alla Statale di Milano, esperto nel tavolo tecnico Salute e ambiente del ministero, unico europeo nell'International Well Building Institute (IWBI) di New York, organizzazione leader a livello mondiale in tema di salute pubblica.
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Il professore elenca quattro emergenze a livello globale: temperature africane, siccità estrema, scioglimento dei ghiacciai e incendi. Quindi arriva a questa conclusione: c'è il rischio di "nuove epidemie, con l'espansione di specie viventi a noi sconosciute o conosciute solo sui libri. Gli stessi botanici mi dicono che nei boschi della Lombardia si cominciano a vedere specie vegetali che non sono affatto autoctone. E non è tanto l'allarme di questi giorni. Le previsioni per il futuro non sono benevole". Ma vediamo nel dettaglio.
Scioglimento dei ghiacciai e rischio nuovi virus: qual è il legame?
Spiega Miani: "Anche i ghiacciai con queste temperature sono un pericolo, soprattutto quelli più profondi possono essere vettori di virus a noi sconosciuti. Lo scioglimento del ghiaccio, infatti, può liberare forme viventi rimaste intrappolate da epoche remote. Virus, batteri, microrganismi fossili ma ancora vitali". Sembra un film di fantascienza invece è solo scienza. Anche se, mette bene in chiaro il professore, "il rischio potrà riguardare - ci auguriamo il più tardi possibile- i ghiacciai della Groenlandia e dell'Antartide. Italia e Alpi sono immuni perché estremamente giovani".
Deforestazione e animali selvatici: quali rischi?
La stessa cosa, è l'esempio del presidente Sima, accade con "la continua deforestazione. Il fenomeno ci mette in contatto con animali selvatici che possono essere portatori di patologie trasmissibili all'uomo attraverso il meccanismo dello spill over. Si parla di zoonosi per indicare proprio il contagio dell'uomo partendo da un animale".
Allarme zecche, che fare?
A giugno una 70enne punta da una zecca è morta in Sardegna. "Le zecche tendono a stare nascoste nel periodo invernale - ricorda l'esperto - e a riprodursi d'estate. Quando il caldo è molto anticipato e le piogge d'inverno sono state scarse, le uova vengono deposte a pochi centimetri sotto terra, in assenza di acqua si schiudono molto più in fretta. Lo stesso vale per le cavallette. Che però interessano i raccolti, mentre le zecche riguardano la salute degli animali e possono anche riguardare quella dell'uomo. La patologia più pericolosa è la meningite".
Zanzare, quali le specie più diffuse?
Gli istituti zooprofilattici riportano giustamente un calo del numero di zanzare dovuto alla siccità. Eppure il pericolo non è minore. Basta sfogliare l'ultimo bollettino Iss con i casi di West Nile e le vittime, il virus circola già in cinque regioni. "Il cambiamento di temperatura alle nostre latitudini sta portando specie aliene, fino a qualche tempo fa non era normale trovare da noi la zanzara tigre. Oggi abbiamo anche quelle giapponese e coreana".
Caravella portoghese, perché è arrivata nelle nostre acque?
E si spiega sempre con l'innalzamento delle temperature la presenza della Caravella portoghese in Sicilia - una 68enne è stata punta ad Aci Trezza ed è finita all'ospedale per due giorni -, "un altro esempio di cosiddetta specie aliena che cominciamo a trovare nei nostri mari. Colonizzano l'ambiente, lo stesso vale anche nel campo vegetale. Appartiene alla stessa famiglia delle meduse ma è composta da quattro organismi differenti che vivono assieme per simbiosi. Pericolosissima. Vive nell’Atlantico, non nuota ma grazie al vento viene spinta e si muove nei mari. In un mare freddo muore, in acque calde prolifera".