Roma, 1 agosto 2020 - L`Italia nel forno. Da noi fa molto più caldo che nel resto d'Europa. Secondo lo studio dell`Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/EDJNet, condottosu 110 province del 'Belpaese', il 65% delle provincie supera la media europea. La più colpita è Brindisi (+3.1 gradi rispetto al 1960), seguita da Roma (+3°) e Sondrio (+2.9°), Milano si piazza appena sotto il podio (+2.8°). Livelli sotto controllo a Olbia, Trapani e Pisa. Fra le regioni bandiera nera per Lombardia, Lazio e Trentino.
Cambiamenti climatici, che fare
Sotto la lente i cambiamenti climatici. Una delle soluzioni maggiormente condivise è la riduzione delle emissioni di Co2. L`unica proposta formale alternativa all'inerzia Ue e già incardinata a livello istituzionale, è StopGlobalWarming.eu, l'Iniziativa dei Cittadini Europei che verrà discussa dalla Commissione Europea al raggiungimento di un milione di firme. E` promossa tra gli altri da Marco Cappato, che lancia un appello ai sindaci italiani, a Greta Thunberg, ai parlamentari europei e agli attivisti impegnati sul clima: "Dal vertice UE risposte insufficienti. Uniamoci contro il climate change".
Un`idea avanzata da 27 Premi Nobel e 5.227 scienziati e che vanta la fiducia di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo come il climatologo Luca Mercalli, e artisti come Gabriele Salvatores, Oliviero Toscani, Gabriele Muccino, Pif, Fedez, Tessa Gelisio, Mara Maionchi, Giobbe Covatta, Nina Zilli, Neri Marcorè, Cristiana Capotondi, Arisa.
Le province più calde
Brindisi, dicevamo, è la più surriscaldata d`Italia: +3.12° C gradi. Appena sotto le città metropolitane Roma (3,07°) e Milano (2,85°), al secondo e quarto posto, sul podio anche Sondrio (2,98°), al terzo posto. In ordine fino alla 20esima posizione troviamo Latina (2,79°), Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°), Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°).
Il dato regionale
La regione che ha registrato l`incremento maggiore è il Lazio (+2,66 °C), seguita da Trentino-Alto Adige (+2,57 °C) e Lombardia (+2,56 °C).
Ozono, bacino padano in crisi
Del resto, dopo gli effetti 'benefici' del lockdown, la qualità dell'aria è peggiorata. Nel bacino padano, in particolare in Emilia-Romagna, la situazione è "critica" la situazione a causa dell'ozono estivo, con 15 stazioni di monitoraggio con valori oltre i limiti tollerati. A lanciare l'Sos è Legambiente E-R, secondo la quale con l'ondata di calore la situazione potrebbe anche peggiorare. L'associazione rileva che con la ripresa delle attività e degli spostamenti con mezzi privati tornano a salire le concentrazioni di ozono. Pur essendo meno noto dell'inquinamento invernale da polveri sottili, l'ozono rappresenta un inquinante altrettanto pericoloso: colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore e può causare irritazioni agli occhi e all'apparato respiratorio. "Proprio mentre le Regioni del Nord comunicano l'intenzione di fare slittare il bando degli Euro4 previsto ad ottobre - sottolinea Legambiente - in Emilia-Romagna sono già 15 le stazioni di monitoraggio dell'ozono, in 7 province, che hanno superato il limite normativo annuale dei 25 giorni di superamento consentiti sul valore obiettivo di 120 microgrammi per metro cubo sulla media mobile delle 8 ore". Picco ieri nel Parmense con 198 microgrammi per metro cubo. "Fondamentale non abbassare la guardia sulle politiche per ridurre il traffico su gomma, sulle emissioni industriali e sugli stili di vita".
Temperature dagli anni '60
La temperatura media nei comuni italiani rispetto a cinquant'anni fa è cresciuta di 2,2 gradi, toccando picchi di oltre 4 gradi in alcune aree del Paese. Lo rivela la ricerca realizzata da Obc Transeuropa nell`ambito del progetto In Marcia con il Clima che consente di conoscere con precisione la variazione di temperatura per ciascun comune italiano dagli anni '60 a oggi. Si tratta di dati indicativi, ma allarmanti, considerando le proiezioni diffuse dalle Nazioni Unite, secondo cui il pianeta non sarà in grado di sopportare un aumento medio mondiale di 1,5 °C. Un limite che, con l`inerzia attuale, dovrebbe essere superato tra il 2030 e il 2050. Con conseguenze catastrofiche. Al momento il livello climatico medio globale, rispetto all`inizio dell`era industriale che viene considerata come riferimento, si è alzato di 1,1°C. Guardando all`Italia la situazione è preoccupante. Le nostre province stanno registrando pericolosi incrementi: ben 72 su 110 province totali (il 65%) superano la media continentale (+1,990°C).