Sabato 4 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Calciatore denuncia: "Pestato dalla polizia perché sono nero"

Il belga, ex Genoa, cacciato dal volo Roma-Tel Aviv. Le autorità: "Omeonga è nella black list di Israele".

Il video girato dai passeggeri del volo e postato da Omeonga, portato via dalla polaria

Il video girato dai passeggeri del volo e postato da Omeonga, portato via dalla polaria

La notorietà Stephane Omeonga l’avrebbe preferita in campo e non per un episodio di cronaca nera e razzismo accadutogli il giorno di Natale e rivelato solo in queste prime ore del 2025. L’ex calciatore di Genoa (25 partite in serie A), Avellino e Pescara (56 gare in B, ma sempre senza lo straccio di un gol) è stato fatto scendere "con la forza" – ha scritto su Instagram – dall’aereo che da Fiumicino l’avrebbe portato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Una volta a terra è stato fatto sdraiare e, a suo dire, "umiliato". Il giocatore belga – 28 anni, famiglia originaria della Repubblica Democratica del Congo, lui nato vicino Liegi – gioca dal 2023 nell’Ihud Bnei Sakhnin, serie B israeliana.

E qui il mistero si fa ancora più fitto: la Polaria è intervenuta dopo la verifica dei documenti di volo da parte di capo scalo e pilota della compagnia mediorientale perché il giocatore risultava "indesiderato" e inserito nella black list di chi non può entrare in Israele. Dove però vive da un anno. Quando i poliziotti italiani sono saliti a bordo hanno discusso una quarantina di minuti col calciatore; non ottenuto il consenso a sbarcare – "i miei documenti sono validissimi" –, e con i telefonini dei viaggiatori che riprendevano la scena, lo hanno strattonato e trascinato sulla pista. È stato, però, denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni a un agente. Ora dopo i post Omeonga rischia anche la denuncia per diffamazione. "Una volta fuori dall’aereo, lontano dalla vista dei testimoni, la polizia – racconta, infatti, il calciatore – mi ha violentemente gettato a terra, mi ha picchiato e uno di loro ha premuto il ginocchio contro la mia testa. Sono stato poi portato in un veicolo e ammanettato come un criminale fino al commissariato. È arrivata un’ambulanza ma io, in stato di choc, non ero in grado di rispondere alle domande dei paramedici. Poco dopo, dalla radio dell’auto della polizia, ho sentito dire: ‘Ha rifiutato le cure mediche, va tutto bene’. Questo era completamente falso, ho chiesto di portarmi in ambulanza spaventato da quello che la polizia poteva farmi".

Secondo Omeonga quello che gli è accaduto è un chiaro episodio di razzismo per lui inspiegabile. "Come essere umano e padre – ha scritto – non posso tollerare alcuna forma di discriminazione. Molte persone non possono trovare lavoro, non hanno accesso alla casa o non possono partecipare agli sport che amano semplicemente perché sono nere". E per chiudere ha invocato "pace". Un’altra stranezza è il fatto che Omeonga milita in una squadra nota per essere un esempio di integrazione fra ebrei e arabi palestinesi che giocano fraternamente assieme.

Riccardo Jannello