Giovedì 26 Dicembre 2024
ALDO
Cronaca

Caduta del regime Assad: i ribelli siriani conquistano Damasco senza spargimenti di sangue

Il regime Assad crolla dopo 50 anni. Ribelli siriani conquistano Damasco, liberano prigionieri e mostrano i lussi presidenziali.

Il regime Assad crolla dopo 50 anni. Ribelli siriani conquistano Damasco, liberano prigionieri e mostrano i lussi presidenziali.

Il regime Assad crolla dopo 50 anni. Ribelli siriani conquistano Damasco, liberano prigionieri e mostrano i lussi presidenziali.

di Aldo Baquis

Dopo 50 anni di potere assoluto e dispotico, il regime degli Assad, padre e figlio, è miseramente crollato ieri come un castello di carte quando le milizie dei ribelli hanno espugnato Damasco, praticamente senza spargimenti di sangue, al termine di una irresistibile offensiva partita dodici giorni prima da Aleppo, nel nord della Siria.

E davanti agli occhi dei siriani, ancora increduli, sono sfilate immagini che ancora il mese scorso sarebbero state impensabili. Prima fra tutte l’ingresso teatrale nella grande moschea degli Omayyadi di Damasco (il quarto luogo più sacro per l’Islam) di Abu Mohammad al-Jolani, il leader delle milizie anti Assad. In passato militava in al-Qaeda, mentre adesso afferma di aver maturato una visione più pragmatica e tollerante verso le altre componenti etniche della Siria.

Un ingresso di forte impatto simbolico, come quello di diversi anni fa del leader dello Stato islamico Abu Baker al-Baghdadi nella moschea di Mosul (Iraq). Attorno ad al-Jolani agisce una nebulosa di milizie di varie ideologie e ancora non è possibile prevedere quale volto assumerà la Siria del dopo-Assad.

L’ex presidente Assad è riuscito intanto a raggiungere la Russia per via aerea e ha subito chiesto asilo politico, ricevendo rassicurazioni dal Cremlino sulla tutela umanitaria.

Quella di ieri indubbiamente è stata una giornata di euforia per la popolazione, emersa da decenni di vessazioni da parte dei Baath. Sui social sono circolate immagini di statue dorate di Hafez Assad abbattute dai dimostranti e di bambini impegnati a urinare su quanto restava della sua testa.

Si sono visti anche attacchi contro le prigioni del regime e la liberazione di migliaia di detenuti politici. Intervistato dalla televisione uno di essi ha detto di essere scampato in extremis alla impiccagione, assieme con decine di compagni, che doveva avvenire nei prossimi giorni. I miliziani li hanno salvati in extremis.

Al carcere di Sednaya (il ‘mattatoio umano’) una folla si è radunata ieri per assistere alla liberazione dei prigionieri e per cercare congiunti dispersi anche da anni. Uno dei reclusi, internato decine di anni fa, non ricordava più il proprio nome, né l’indirizzo di casa. Nelle celle i miliziani hanno trovato donne e anche bambini. Le telecamere di sicurezza mostravano altri detenuti sepolti in celle sotterranee: ma anche dopo molte ore ancora non era stato possibile trovare il modo di raggiungerli.

Altre immagini passate sui social mostravano l’assalto alla banca centrale di Damasco e passanti che ne uscivano con sacchi pieni di banconote.

Centinaia di siriani sono riusciti ieri a penetrare nel palazzo di Bashar Assad e dal suo interno hanno trasmesso in diretta al Paese le immagini dei lussi impensabili per il cittadino medio con cui la coppia presidenziale si era circondata. Hanno potuto sfogliare gli album di famiglia, visitare le stanze da letto, prelevare indumenti raffinati di Louis Vuitton e anche aggirarsi in un immenso garage dove erano custodite decine di automobili di prestigio, fra cui un paio di Lamborghini e Ferrari.

Le forze russe hanno proseguito a ritmo accelerato la smobilitazione (mentre i ribelli raggiungevano il porto di Tartus), gli Hezbollah hanno fatto ritorno in Libano e i palestinesi della jihad islamica sono fuggiti in Iran e in Iraq. Dell’esercito siriano resta ormai solo il ricordo, mentre i miliziani hanno assunto il controllo delle sue basi anche se è molto dubbio che essi siano per ora in grado di manovrare gli armamenti più sofisticati.

In ogni caso Israele ha preferito non correre rischi e ieri la sua aviazione ha bombardato decine di obiettivi militari in Siria (fra cui l’aeroporto militare Mazzeh) per impedire che nelle mani dei nuovi padroni della Siria cadano le armi chimiche di Assad ed arsenali di missili balistici. Sul Golan le forze israeliane sono penetrate di 10-15 chilometri per occupare postazioni strategiche abbandonate dall’esercito siriano.