Siena, 4 dicembre 2014 - POTEVA ESSERE una tragedia ma per fortuna l’esperienza del nostro protagonista ha fatto in modo che la brutta avventura si esaurisse con il lieto fine. Il nome non conta e quindi evitiamo di citarlo, contano invece molto i fatti, soprattutto come monito per chi pensa di poter sfidare i boschi e l’oscurità a cuor leggero, senza comprendere bene quali sono i reali pericoli.
I lupi, nelle nostre zone ma non solo in quelle, sono tristemente famosi per le stragi di ovini che arrecano danni ingenti ai pastori. Episodi sempre più frequenti con una disperata ricerca di rimedi, assolutamente complicata. Non solo. Il lupo, se in branco, può rappresentare un pericolo anche per l’uomo. E qui comincia la nostra storia, datata soltanto di qualche giorno e che ha avuto come teatro la zona di Casciano di Murlo, in particolare la località chiamata Castel di Notte.
UN CACCIATORE, intorno alle 18,30 del pomeriggio, ossia quando l’oscurità aveva già totalmente preso il posto del giorno, si è addentrato nel bosco in cerca di un cane da cinghiale ferito in una battuta, individuabile grazie al collare particolare collegato con un sistema Gps. Dopo poco l’uomo ha avvertito i primi ululati, che con il passare dei minuti sono diventati più forti e vicini.
La distanza iniziale dal branco di animali di 250 metri in breve si è ridotta ad appena un centinaio, fino a che il cacciatore, senza fucile perché dopo il tramonto la legge non consente di portarlo, si è reso conto di essere circondato. Per fortuna l’esperienza del nostro protagonista e l’abitudine a camminare nei boschi lo hanno consigliato a trovare un riparo sicuro, salendo sul tetto di una capanna.
IL LUPO è un animale molto intelligente, solitamente non si lancia in un attacco frontale quando non ci sono le condizioni, piuttosto aspetta gli spostamenti della propria vittima, percepisce la sua difficoltà e al momento giusto, in particolare se in branco, sferra il feroce assalto. Il nostro cacciatore sul tetto della capanna ci è rimasto oltre due ore, circondato da una quindicina di lupi. Poi sul posto sono arrivati il padre ed alcuni amici chiamati con il telefonino e il branco di lupi si è ovviamente disperso, anche se uno degli esemplari ha voluto accompagnare il gruppo, precedendolo di qualche centinaio di metri sul sentiero che portava alla strada principale, fino quasi alle auto.
«MAI IN VITA MIA – ci racconta l’uomo – avevo provato una paura del genere. all’inizio pensavo che la mia sola presenza spingesse i lupi nella direzione opposta, invece sono venuti proprio dove mi trovavo io senza alcun timore. Per fortuna ho un’esperienza di boschi e animali, perché non voglio nemmeno pensare cosa poteva accadere ad un ignaro cercatore di funghi che si fosse trovato nella mia stessa situazione. Si tratta di animali che in certe situazioni possono essere davvero molto pericolosi per l’uomo».