Venerdì 26 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Bus precipitato a Mestre, guardrail sotto accusa: manutenzione assente, ma per le strade comunali non esiste l’obbligo

Le norme in vigore dal 1996 si applicano solo fuori dalle città e a nuove infrastrutture. Gli ingegneri La Torre e Giuliani: “Urgente aggiornare le regole anche per i centri urbani”

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Strade urbane? Strade precedenti al 1996? Non valgono le più stringenti norme sui guardrail. A rivelarlo è la professoressa Francesca La Torre, ordinaria di Strade, ferrovie e aeroporti alla facoltà di Ingegneria civile dell’università di Firenze.

“Il problema – spiega l’ingegner La Torre – è anche normativo. Per i guardrail, ovvero le barriere di sicurezza in termini tecnici, dal 1992, norma pienamente in vigore solo dal 1996, c’è una normativa stringente che riguarda però le nuove strade: non si applica alle strade urbane, e questo è il caso di Mestre, e non si applica alle strade esistenti. E quindi, paradossalmente non c’è una violazione di norma, pur se la norma andrebbe certamente adeguata ed estesa a tutte le strade. Una commissione ministeriale della quale ero parte lavorò a una revisione nel 2010. Ma poi, per una serie di vicissitudini, quella revisione non è mai stata pubblicata".

"Per le vecchie strade – prosegue La Torre – la norma si applica solo in caso di adeguamento. Ma non accade spesso perché, quando io metto una barriera nuova, che trasmette alla struttura sollecitazioni maggiori, aumentano i carichi e devo fare una serie di consolidamenti dell’opera che sono molto onerosi, sennò in caso di urto il guardrail tiene ma viene già tutto perché non regge la struttura sottostante. Quindi, mettere una barriera nuova non è “togliere e rimettere“, ma un intervento importante. E spesso non ci sono gli spazi per farlo, oppure non ci sono i soldi".

"Quello che assolutamente servirebbe – aggiunge la professoressa – è una normativa per le strade urbane e soprattutto una normativa per le strade esistenti, che evidentemente vanno trattate in maniera diversa da quelle di nuova progettazione ma non possono essere lasciate nelle condizioni attuali, alla buona volontà dei gestori. Tutti parlano di autostrade, che in realtà sono ormai a un livello di sicurezza elevato. Il problema è il resto, le strade urbane le strade comunali, provinciali, certe statali. Chiaro?". Chiarissima.

"Quando ho visto la notizia di Mestre – osserva l’ingegner Felice Giuliani dell’università di Parma, uno dei tecnici più preparati del settore – ho ripensato al terribile incidente del viadotto di Acqualonga, sulla A16, in Irpinia, nel 2013, che fece 40 morti e sul quale fui perito nominato dal tribunale. Un dramma". "Ora – prosegue – una cosa è certa: le opere di ritenuta devono reggere, se quella di Mestre non ha retto l’urto di un mezzo ordinario che non andava a velocità elevata è la ennesima riprova che c’è un problema, quello delle vecchie strade. Il quadro normativo è ben definito per le nuove arterie viarie, non altrettanto per quelle vecchie, che però sono la stragrande maggioranza".

"Mi auguro – osserva – che si aggiorni la normativa ma anche che si attui quanto previsto dall’articolo 14 del codice della strada: proprietari e concessionari sono obbligati a provvedere alla manutenzione. Il che significa che se un guardrail è inadeguato, deve essere sostituito. Purtroppo spesso invece di spendere per le manutenzioni e gli adeguamenti tecnici si preferisce destinare i fondi a nuove strade, che danno agli amministratori più ritorno in termini di consenso. La coperta è corta. Si fa quel che si può sui tratti più critici, poi si incrocia le dita e si spera che non succeda nulla. Non sempre funziona". E purtroppo lo si è visto a Mestre.