Il fisico del Cnr Antonello Pasini è uno dei promotori dell’appello degli scienziati per il clima. A lui abbiamo chiesto di rispondere ad alcune delle classiche affermazioni dei negazionisti del cambiamento climatico.
Il clima è sempre cambiato?
"Lo sappiamo benissimo dalle carote di ghiaccio che ci mostrano come il clima è passato da periodi caldi a cicli glaciali. Ma il riscaldamento che vediamo è molto diverso innanzitutto perché è molto più rapido. Nei passaggi dalle aree glaciali ai periodi caldi la velocità era nell’ordine di un grado ogni mille anni, oggi siamo sul grado ogni cento anni. Inoltre le oscillazioni che si sono registrate in epoca storica sono su scala continentale e non globale come adesso. E il riscaldamento è aggiuntivo ai cicli naturali, che rimangono".
Fattore umano sovrastimato?
"Niente affatto. Sappiamo bene le quantità di CO2 che sono state emesse dall’inizio dell’era industriale e possiamo anche dimostrarlo perché l’anidride carbonica che si libera bruciando gas, carbone o petrolio, che vengono dal sottosuolo, è anidride carbonica “fossile“, che non contiene carbonio 14, e questo è misurabile. L’apporto da fonti antropiche è stato ampiamente sufficiente a sbilanciare il sistema climatico. E infatti negli ultimi 150 anni le concentrazioni di CO2 in atmosfera, il cui potere riscaldante è ben noto, sono aumentate del 50%, passando da 280 parti per milioni a più di 420 ppm. Non c’è un fenomeno alternativo che possa spiegarlo. Il riscaldamento è per il 90-95% frutto dell’attività umana".
Ondate di calore e maltempo tipici dell’estate?
"Come eventi singoli, certo, una singola ondata di calore può essere una fluttuazione naturale, e così una forte perturbazione. Ma bisogna vedere la serie delle ondate di calore o dei cosiddetti fenomeni estremi negli ultimi trent’anni. E se lo si fa si vede che c’è stato un aumento della frequenza e dell’intensità, che fanno il paio con l’aumento della temperatura, che cresce inesorabilmente, con ogni decennio che dal 1980 è più caldo del decennio precedente. È una tendenza climatica chiara, innegabile e spinta da qualcosa che viene dall’esterno. E noi sappiamo bene da cosa: le emissioni di gas serra causate dall’uomo".
Impossibile rinunciare ai combustibili fossili?
"Non è affatto vero. È ovvio che la transizione energetica va fatta in maniera graduale, anche se deve essere rapida per evitare che le temperature superino i livelli suggeriti da Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) e fissati nell’accordo di Parigi. Abbiamo già oggi le tecnologie per sostituire le fonti fossili, e arrivare entro il 2050 a un mondo ad emissioni zero. E tra l’altro ormai queste tecnologie sono più convenienti delle fonti fossili, e molte utility elettriche le scelgono a prescindere: perché,oltre a non inquinare, costano meno".
Tagliare le emissioni solo in Europa è inutile? "Questo è un alibi per l’inazione ed è anche poco saggio. L’Europa deve agire e non solo per responsabilità storiche e perché tutti devono farlo, ma anche perché con le nuove tecnologie chi arriva prima ha un vantaggio competitivo. Come ha ben capito la Cina che è oggi il primo emettitore ma è anche una superpotenza nelle rinnovabili da e quale trae sviluppo economico e vantaggi ambientali. Se restiamo fermi rischiamo di essere costretti ad acquistare, anchein futuro, la loro tecnologia".