Roma,18 ottobre 2024 – Buche stradali, in Italia (e nel mondo) un problema che sembra irrisolvibile, causa di incidenti e richieste di risarcimento. Problema drammatico soprattutto sulla viabilità minore, in un paese che nell’ultima relazione trasmessa al Parlamento a gennaio risulta avere 832.000 km di strade, numero che escluderebbe però le comunali. E di fatto non esiste un catasto.
Le spiegazioni per punti
Cosa cambia con il decreto Cam strade
Il decreto Cam del 5 agosto 2024 - che sarà operativo dal 21 dicembre - vorrebbe dare una svolta. Intanto prevede per le nuove strade o per il risanamento profondo di quelle esistenti una vita utile di vent’anni. E una durata teorica di almeno cinque anni in caso di risanamento superficiale. Non solo, le infrastrutture dovranno essere più silenziose grazie a materiali innovativi. Ma quale è lo stato dell’arte oggi? E quali sono gli errori da evitare negli interventi? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Loprencipe, docente di Strade Ferrovie e Aeroporti alla Facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma.
"Vent’anni di vita per le strade”
La premessa: “Già oggi spiego ai miei studenti che una strada deve avere una vita utile di vent’anni. Ma c’è sempre bisogno di fare controlli, di verificare. Perché il dimensionamento della pavimentazione viene deciso in base a dati che sono variabili. Come il traffico, il clima, le condizioni del sottofondo. Nessuno di questi elementi è prevedibile. Quindi il gestore deve verificare anno per anno. Così si’ che la pavimentazione dura vent’anni”.
Perché le strade italiane sono piene di buche?
“La buca è il degrado finale della pavimentazione - chiarisce il docente-. Prima ci sono le fessure. E non è una caratteristica solo delle strade italiane. La buca non sempre è la prova di un lavoro realizzato male, anche se questa è una possibilità. Può essere ad esempio che la pavimentazione sia stata progettata per un volume di traffico inferiore a quello effettivo. Oppure che le condizioni ambientali previste nel progetto non fossero quelle reali. Quindi ci può essere un errore progettuale, questa è un’altra causa. Basta una piccola fessura. Da lì comincia a entrare l’acqua e poi si crea una rottura negli strati profondi che genera la buca. La buca è uno sfondamento della struttura della pavimentazione. Se la riparo superficialmente non ottengo nessun vantaggio perché il problema riguarda gli strati profondi”.
Il contributo degli asfalti tecnologici
Esistono asfalti tecnologicamente avanzati che diano maggiori garanzie sulla durata delle strade? “Si, ormai la tecnologia è in forte sviluppo –chiarisce il professore -, esistono pavimentazioni e conglomerati che consentono addirittura di riciclare materiali plastici e di avere resistenze e prestazioni migliori rispetto ai conglomerati bituminosi tradizionali. Se il decreto Cam strade sarà la svolta? Perché ci sia davvero una svolta i decreti vanno applicati. Il modo per trovare una soluzione a questi problemi sono i controlli. Andare su strada e verificare ciclicamente anche in fase di costruzione che le condizioni siano quelle previste in fase di progetto. E continuare nel tempo durante la fase di esercizio. Se il deterioramento sta andando più velocemente rispetto a quello che era previsto in fase di progetto, bisogna intervenire non quando la pavimentazione si è già rotta ma quando ci stiamo accorgendo che il degrado ha superato una certa soglia di allarme. Non arrivare quando la pavimentazione si è già distrutta. Perché la buca significa proprio questo: una rottura localizzata della struttura della pavimentazione”.