Mercoledì 5 Marzo 2025
GIUSEPPE TASSI
Cronaca

Quella notte all’Heysel insieme a Pizzul. Bruno era il ponte tra l’inferno e le famiglie. Poi la frase che passò alla storia

Il 29 maggio 1985 si consumava la tragedia della finale di Coppa dei campioni tra Liverpool e Juventus. Giuseppe Tassi era inviato a Bruxelles, prima sugli spalti e poi nel ventre dello stadio

Quella notte all’Heysel insieme a Pizzul. Bruno era il ponte tra l’inferno e le famiglie. Poi la frase che passò alla storia

Roma, 5 marzo 2025 – Non ha potuto urlare "Campioni del mondo' come Martellini e Civoli ma la traccia professionale e umana lasciata da Bruno Pizzul va oltre le Coppe del mondo e gli incroci del destino. Il gigante buono di razza furlan ha commentato le imprese e le cadute della nazionale italiana fra il 1986 e il 2002 e gran parte di quel percorso l'ho compiuto accanto a lui come inviato del Resto del Carlino.

Eravamo insieme anche nella tragica notte dell'Heysel, il 29 maggio 1985, quando la finale di Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool si trasformò in una tragica carneficina con 39 tifosi bianconeri morti, calpestati nella curva Zeta mentre tentavano di sfuggire alla foga assassina degli hooligans.

Una foto d'archivio delle persone allo stadio di Heysel, il 29 maggio 1985 (Ansa)
Una foto d'archivio delle persone allo stadio di Heysel, il 29 maggio 1985 (Ansa)

Io ero sugli spalti e poi nel ventre dello stadio per capire la portata del dramma che si consumava, Bruno appeso al suo microfono in balia di voci incontrollate e di notizie sommarie, cercava di trasmettere una sensazione di pacatezza e di normalità dentro quel subdolo e indecifrabile inferno. Lui ex calciatore, ex liceale di stampo classico amava il suo sport con l'entusiasmo sincero e lirico del poeta. Quello spettacolo di terrore che si consumava sotto i suoi occhi era figlio della follia ultrà e dell'inadeguatezza dello stadio scelto dall'Uefa e del ridicolo servizio d'ordine belga con pochi gendarmi a cavallo a vegliare sulla sicurezza dell'evento.

Alla fine, quando tutto fu terribilmente chiaro, Pizzul pronunciò una frase che è rimasta nella storia di quella serata e del giornalismo: "E ora purtroppo una notizia che debbo dare, perché è ufficiale, viene dall’Uefa. Ci sono 36 morti… Una cosa rabbrividente, inaudita… E per una partita di calcio”. Quella stessa gara che si giocò in omaggio a questioni d'ordine pubblico, quella partita che somigliava a una giostra di fantasmi lui la commentò fino all'ultimo minuto.

Una prova di supremo equilibrio e di enorme professionalità. Ma anche un forte messaggio di solidarietà umana. Perché la postazione televisiva di Bruno, come i telefoni di molti inviati, divennero uno straordinario ponte lanciato verso le famiglie lontane: per rassicurarle sulle sorte degli italiani dentro quell’inferno o per offrire ai parenti dei feriti e dei dispersi le prime indicazioni per poterli raggiungere in Belgio. In quella notte di follia il sereno gigante di Cormons apparve ancora più grande.