Lunedì 16 Dicembre 2024
VALERIO BARONCINI
Cronaca

Stefano Bonaccini: “Il governo polemizza ad alluvione in corso. Invece serve coesione”

L’ex presidente della Regione Emilia Romagna e oggi europarlamentare: “Fanno scaricabarile. Dopo l’emergenza del 2023 il ministro ci disse: non siamo un bancomat”

Roma, 21 settembre 2024 – Stefano Bonaccini, europarlamentare e presidente del Pd: un’altra alluvione nell’Emilia-Romagna che ha governato per dieci anni. Cos’ha provato nel rivedere le stesse zone del 2023 allagate?

 
   BONACCINI  ALLA  FESTA  DELL UNITA INTERVISTATO  DA  AGNESE  PINI
Stefano Bonaccini indignato per le polemiche ad alluvione in corso

“Ero a Strasburgo impegnato nelle sedute. Con l’impotenza e la rabbia di non poter essere sul posto a fianco dei sindaci, della protezione civile e delle comunità colpite come ho sempre fatto. Immagini devastanti, che mi hanno colpito quanto l’anno scorso. Se ami la tua terra e la tua gente non si attenua il dolore per il semplice fatto di non essere più il presidente”.

Si aspettava un altro evento simile?

“Catastrofi come queste stanno diventando sempre più frequenti. Per questo bisogna non solo riparare, ma costruire in modo diverso. E servirebbe una grande collaborazione tra le istituzioni, anziché lo scaricabarile”.

Sono giornate di polemiche politiche feroci: da ormai un anno e mezzo, anzi, non si ferma questo gorgo. In mezzo restano i cittadini. Pensa che sia possibile arrivare a un dialogo fra governo ed enti locali?

“È una china che questo governo ha preso già all’indomani dell’alluvione del 2023. Ho fatto il presidente 10 anni, collaborando con 5 governi diversi, retti da maggioranze di ogni colore. Poi è arrivato questo Governo e per la prima volta ho visto strumentalizzare le emergenze”.

Come vive le polemiche?

“Siamo arrivati al punto più basso: un ministro, un viceministro e parlamentari dello stesso partito hanno attaccato frontalmente quei sindaci che, dopo una notte insonne, erano ancora impegnati a mettere in salvo le persone. Non si è voluto aspettare neppure che l’acqua si fermasse. Inaudito”.

Cosa avrebbe potuto fare in più il governo (e cosa potrà fare adesso) per agevolare la ricostruzione?

“Collaborare. La leale collaborazione a cui ci richiama costantemente il presidente Mattarella, che dovrebbe esserci sempre, è ancor più indispensabile di fronte a un’emergenza. La bacchetta magica non ce l’ha nessuno, né il governo Meloni, né gli enti locali. Per questo bisogna collaborare”.

Ma l’Emilia ha chiesto lo stato di emergenza e Meloni ha risposto.

“Ho apprezzato che la premier abbia chiamato la presidente della Regione Irene Priolo e deciso di stanziare subito 20 milioni per i primi interventi urgenti”.

Il ministro Musumeci e il viceministro Bignami con tanto di pec hanno chiesto più volte alla Regione lo stato del reticolo idrografico ma non hanno ottenuto risposte. Come mai?

“Priolo ha risposto: quei dati sono puntualmente rendicontati da tutte le Regioni, ogni anno, al ministero dell’Ambiente. Se Musumeci e Bignami fossero interessati a conoscerli li chiederebbero a Gilberto Pichetto Fratin”.

Quindi?

“A loro non interessa neppure leggerli quei numeri, perché certificano che l’Emilia-Romagna fa meglio di altre Regioni. Il ministro, dopo l’alluvione, qui non l’abbiamo mai visto e seppe dirci, irritando le comunità, che il governo non era un bancomat. Ho capito dopo perché: avevano promesso il rimborso del 100% dei danni a cittadini e imprese colpite e dopo un anno e mezzo sono arrivate briciole. Spieghi Musumeci perché non mantengono la promessa”.

L’Emilia-Romagna ha fatto molti lavori dal 2023. Ma prima ha fatto tutto il possibile?

“Ha fatto il possibile con le risorse che lo Stato ci ha assegnato. Musumeci ha detto che ci hanno trasferito 584 milioni in 10 anni; ha omesso però di dire che quei soldi li abbiamo avuti per la difesa del suolo e la prevenzione nel corso di 14 anni, non dieci: parliamo di 40 milioni all’anno. Ne spendiamo dieci volte tanto ogni anno. È questo che il governo non vede né affronta”.

Manutenzioni dei fiumi: i cittadini lamentano la scarsa pulizia degli alvei.

“Avevo preso l’impegno in cinque anni di raddoppiare le risorse regionali per la manutenzione ordinaria e alla fine ci siamo arrivati. Sono sicuro che Michele de Pascale farà ancora meglio. In una pianura alluvionale come la nostra e con un appennino fragile come questo, affermo però, fiumi e canali debbono assolvere alla principale funzione di portare via l’acqua in sicurezza. Significa che la priorità è l’efficienza idraulica. Non si tratta di distruggere l’ambiente, anche perché la vegetazione assolve anch’essa a diversi compiti essenziali, ma di rimettere in più corretto equilibrio questi aspetti”.