Roma, 26 luglio 2020 - Nuovo bollettino sul Covid-19 in Italia con i trend su contagi, casi totali, attualmente positivi, guariti, ricoveri e terapie intensive. Intanto gli esperti continuano a guardare a cosa potrebbe accadere dopo l'estate, in particolare sull'ipotesi di una seconda ondata di Coronavirus: c'è chi è più ottimista e chi meno, al momento restano molte incognite. Anche oggi comunque il virus continua a dilagare nel resto del mondo, con il bilancio che a livello globale ha superato questa mattina la soglia dei 16 milioni, secondo quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University. La Corea del Nord ha individuato il primo "caso sospetto": si tratterebbe di una persona fuggita in passato in Corea del Sud e rientrata recentemente nel Paese. Kim Jong-un ha dichiarato "l'allerta massima". Negli Stati Uniti, altri 68 mila casi nelle ultime 24 ore, le vittime hanno registrato un aumento di oltre mille. In India, oltre 32.000 morti.
Covid, i numeri del 26 luglio
Il totale delle persone che hanno contratto il Coronavirus è di 246.118, con un incremento rispetto al 25 luglio di 255 nuovi casi, secondo il bollettino del ministero della Salute. Il numero totale di attualmente positivi è di 12.565, con un incremento di 123 assistiti rispetto al 25 luglio. Tra gli attualmente positivi, sono 44 (+3) in cura presso le terapie intensive. 735 persone sono ricoverate con sintomi, con un incremento di 4 pazienti rispetto al 25 luglio. 11.786 persone sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto al giorno precedente i nuovi deceduti sono 5 e portano il totale a 35.107. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 198.446, con un incremento di 126 persone rispetto al 25 luglio. Il numero di tamponi effettuati nelle ultime ventiquattro ore ammonta a 40.526, per un totale di 6.560.572.
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Lombardia
"Il terzo giorno consecutivo senza decessi ci induce alla speranza e all'ottimismo - dice l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, commentando i numeri del 26 luglio-. Oggi si registra un nuovo calo dei pazienti ricoverati nei reparti dei nostri ospedali (a quota 139, 9 meno di ieri) mente rimane senza variazioni (13) il numero delle persone in terapia intensiva. Dei 74 nuovi casi odierni, 12 derivano da tamponi effettuati a seguito di positività a test sierologico e 11 sono debolmente positivi. Zero casi in provincia di Lodi".
Emilia-Romagna
Sono 61 i nuovi casi in Emilia Romagna nelle ultime 24 ore, 56 dei quali (il 92%) intercettati dalla sanità pubblica: 20 da contact tracing, 9 dai controlli sui rientri dall'estero e 18 da quelli nei settori logistica e carni, 9 da screening sierologici. I guariti salgono a 23.793 (+15), l'81% da inizio crisi. In calo i ricoveri, 40 gli asintomatici, a 25 persone il tampone fatto quando erano già in isolamento. A livello territoriale, dei nuovi casi, 24 sono nella provincia di Bologna, in gran parte riconducibili a focolai o casi noti. Effettuati 3.140 tamponi e 1.070 test sierologici. Restano 4 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, calano a 75 quelli negli altri reparti Covid (-3). Salgono a 1.444 i casi attivi (+45), di cui quasi il 95% con sintomi lievi in isolamento a casa. Un nuovo decesso a Bologna.
Veneto
Il Veneto ha registrato 19 nuovi casi e nessun decesso nelle ultime 24 ore. Il totale dei conagiati dall'inizio dell'epidemia è arrivato a 19.809 mentre il numero delle vittime resta fermo a 2.064, tra ospedali e case di riposo. In calo i soggetti in isolamento fiduciario (da 2.764 passano a 2.717:-47). Lieve diminuzione dei ricoverati con Covid, 113 (-2), e invariato il numero dei pazienti in terapia intensiva, 7, di cui uno solo positivo.
Coronavirus, nelle Marche 7 contagi: focolaio individuato
Toscana, 15 positivi. La metà in un 'cluster' del Mugello
Lazio
"Oggi abbiamo 19 casi e due decessi - ha riferito l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato -. Di questi cinque sono casi di importazione: due casi di nazionalità del Bangladesh e tre dall'India. Abbiamo superato quota 600mila tra test sierologici e tamponi eseguiti".
Piemonte
È di 12 contagi, di cui 7 asintomatici, e un decesso il bilancio in Piemonte. Il totale dall'inizio della pandemia è quindi di 4.126 morti e 31.606 contagi. L'Unità di crisi regionale segnala anche altri 12 guariti, per un totale di 26.019 pazienti che hanno superato la malattia, e altri 659 in via di guarigione. I ricoverati in terapia intensiva restano cinque, dato invariato negli ultimi due giorni, mentre quelli non in terapia intensiva sono 143, due in più rispetto a ieri. Le persone in isolamento domiciliare sono 654.
Le posizioni degli esperti / Fabrizio Pregliasco
"Resto ottimista ma prudente. Per questo leggo le oscillazioni nel numero dei casi quotidiani di Covid-19 come un aspetto positivo, legato alla capacità di individuare e contenere i focolai. Stiamo parlando, infatti, di numeri comunque contenuti", afferma all'Adnkronos Salute il virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco, che non si allarma troppo per l'altalena di positivi registrata nell'ultima settimana. "In questa fase la presenza di focolai è attesa, quello che è cruciale è individuarli rapidamente e isolare i contatti, per disinnescarli". Un elemento "cruciale per evitare lo spauracchio di una situazione peggiore nei prossimi mesi. Ecco - aggiunge - penso che occorra tenere conto di questi fenomeni per organizzarci al meglio in vista della stagione autunnale. Insomma, sulla base dei dati e di quello che vedo resto ottimista e prudente: non è facile dare un messaggio equilibrato alla popolazione", che mostra anche una certa stanchezza.
Matteo Bassetti
"Preoccupato per le oscillazioni dei casi giornalieri? Direi proprio di no. Anche perché il calcolo giorno per giorno non ha tanto senso, e risente del numero di tamponi fatti, che il sabato e la domenica sono meno. Dobbiamo considerare una media settimanale ponderata, e se lo facciamo vediamo che la curva è in costante decremento". Parola di Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che sottolinea all'Adnkronos Salute: "Occorre meno ansia e più attenzione". Se in questi giorni si sono moltiplicati gli allarmi legati alle oscillazioni dei casi in Italia, l'infettivologo sottolinea anche che "stiamo dando ogni giorno il numero di nuovi contagiati, ovvero soggetti positivi a Covid, ma non sappiamo se sono sintomatici, oppure debolmente o fortemente positivi. E' importante invece che le terapie intensive si siano svuotate: abbiamo numeri a due cifre, a fronte di 4200 persone nelle settimane più calde dell'epidemia. Questo ci dice che Covid-19 non è più un problema sanitario - insiste - Inoltre nel caso dei ricoverati, sarebbe utile sapere quanti dei contagiati dell'ultimo mese sono ricoverati per problemi legati al virus".
Andrea Crisanti
Meno ottimista il microbiologo Andrea Crisanti dell'università di Padova"Guardando i numeri dei paesi vicino a noi viene da pensare che avremo problemi con il coronavirus non a ottobre-novembre, come si era ipotizzato, ma già alla fine di agosto". E afferma: "In Italia abbiamo molti casi in meno degli altri paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pressimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell'isolare i focolai. Comunque sia, sarebbe utile conoscere le ragioni della differenza dei nostri dati con quelli degli altri paesi". Per Crisanti, ad ogni modo, sarebbe opportuno "un investimento senza precedenti sull'informatica e sui macchinari per fare tamponi" e controllare con maggiore efficienza chi arriva in Italia.
Massimo Galli
Non è preoccupato per una recrudescenza in autunno? "Io passo la vita preoccupandomi, è il mio mestiere", risponde Massimo Galli, past president della Società italiana di malattie infettive e tropicali nonché direttore della terza divisione di malattie infettive dell`ospedale Sacco di Milano in una intervista ad Avvenire. "Non lo faccio irrazionalmente - spero - ma in base agli elementi che posso avere. Non do per scontata una nuova emergenza autunnale (anche se l'Oms ripete di star pronti) né penso di paragonare questa malattia alla Spagnola o all'influenza tradizionale. Insomma, non è 'scritto' che questo virus torni nelle modalità che abbiamo conosciuto ma è importante continuare a usare tutte le precauzioni". Secondo Galli, "il virus è presente in Italia e in altri Paesi che hanno rapporti continui con l'Italia e può darci dei seri problemi, tuttavia non ritengo che si possa arrivare a una situazione simile a quella che abbiamo vissuto tra febbraio e aprile".