Roma, 28 giugno 2020 - Nuovo bollettino sull'andamento del Coronavirus in Italia. Tendenza sostanzialmente stabile per quanto riguarda i contagi, in linea con i dati di ieri. Aumentano invece i decessi nelle ultime 24 ore. Oggi, intanto, Johns Hopkins University ha reso noto che in tutto il mondo sono stati superati i dieci milioni di casi. Intanto 101 leader, ex capi di Stato e di governo, premi Nobel e attori hanno firmato un appello, promosso dal premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, affinché "governi, fondazioni, filantropi e imprese sociali si facciano avanti per produrre e distribuire i vaccini in tutto il mondo gratuitamente".
Intanto l'app Immuni resta al palo (solo 4 milioni di collegamenti) e anche il bonus vacanze s'è risolto in un flop, visto che solo il 3% degli albergatori lo accetta.
I dati di oggi
Sono 174 i nuovi casi di Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Dati stabili rispetto a ieri quando erano stati 175. Il numero totale dei casi sale così a 240.310. Oltre la metà dei nuovi positivi al Covid (97) in Lombardia; segue l'Emilia Romagna (+21). In aumento invece le vittime dopo le 8 di ieri: sono state 22, 13 delle quali in Lombardia.
Complessivamente i morti salgono a 34.738. Il numero totale di attualmente positivi è di 16.681, con una decrescita di 155 assistiti rispetto al 27 giugno. Tra gli attualmente positivi, 98 sono in cura presso le terapie intensive, con un incremento di 1 paziente rispetto al 27 giugno. Ricoverat con sintomi 1.160 persone con un decremento di 100 pazienti rispetto al 27 giugno. 15.423 persone sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. In 8 Regioni non si sono registarti nuovi casi: Marche, Campania, Puglia, Sicilia, Umbria, Valle d'Aosta, Basilicata, Molise. Il numero totale di tamponi è salito a 5.314.619, con un incremento di 37.346 nelle 24 ore.
Regione per regione
Lombardia
In Lombardia nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.119 tamponi, fino a raggiungere un totale di 1.022.440. I nuovi casi positivi registrati sono 97 (di cui 22 a seguito di test sierologici e 31 'debolmente positivi'), mentre i guariti sono 111, per un numero complessivo pari a 66.175.
Nelle terapie intensive della regione si trovano ancora 43 pazienti (invariato); i ricoverati non in terapia intensiva con diagnosi da coronavirus sono invece 323 (-92 rispetto a ieri). I decessi delle ultime 24 ore, infine, sono 13, un numero che aggiorna il totale a 16.639. In provincia di Milano i nuovi casi registrati sono 16 (di cui 4 in citta'), a Bergamo 20, Brescia 27, Como 1, Cremona 6, Lecco 3, Lodi 0, Mantova 4, Monza e Brianza 7, Pavia 6, Sondrio 2, Varese 3.
Covid e carica virale
Presenti a Mezz'ora in più su RaiTre, gli esperti Andrea Crisanti e Alberto Zangrillo hanno concordato su un punto: la trasmissione del virus ora avviene con una bassissima carica virale. Lo ha dichiarato Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia di Padova, sottolineando che ora si vede una "sintomatologia molto più lieve", anche se "resta il fatto che il virus circola e causa dei focolai". "Sono d'accordo con Zangrillo - ha detto Crisanti rivolgendosi all'altro ospite della trasmissione - è un problema di carica virale, su questo siamo tutti d'accordo, dove ci discostiamo è sulla previsione a lungo termine. Io penso che alcune manifestazioni come la festa per la Coppa Italia del Napoli o altri assembramenti ci vengono ora perdonati perché reduci da un lockdown e la trasmissione è diminuita e sicuramente il virus risente delle condizioni climatiche".
Dal canto suo il primario del San Raffaele Zangrillo precisa: "Ancora adesso si crea disorientamento quanto ogni giorno leggiamo dei casi in Italia, ma non sono malati. Con questo non voglio dire che da domani siamo liberi di fare quello che vogliamo ma non dobbiamo confondere e allarmare a caso. Il fatto che l'Italia sia ripartita per un terzo equivale per me a una gravissima malattia in corso. In questo momento il Paese è malato da inedia, disperazione". E aggiunge: "Non è politica ma constatazione. I malati non vengono a farsi curare: muoiono di cancro, di infarto, hanno paura a venire in ospedale e non consumano". Per il primario in questo momento ci sono tre scenari: "può non esserci nulla - ha osservato - può esserci la Spagnola, può esserci qualche focolaio da controllare. Io metterei un chip su quest'ultima eventualità, è la più verosimile, vista la storia della medicina. Se dovesse andare così noi siamo pronti, quindi dobbiamo tornare a vivere". Quindi ha concluso: "Quando qualcuno suggeriva di costruire un fantasmagorico numero di terapie intensive quale ultimo e unico baluardo per controllare questo e altri tipi di virus. Io ho detto che non condividevo. Penso invece che vada finanziato un piano pluriennale per fronteggiare ogni tipo di emergenza sanitaria".
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