Regole troppo complesse, ASL non adeguatamente informate e non dotate di sufficiente personale, cittadini disorientati per norme non chiare e di difficile applicazione. Ad esempio come informare l’ASL, su quale mail, del tampone negativo fatto in una struttura privata? E a chi spetta concretamente l’aggiornamento del Green pass sospeso per positività? Le Regioni attendono chiarimenti. Certo è che nei giorni scorsi il Governo ha cambiato le regole per venire incontro al rischio paralisi e volevano semplificare ma sono ancora ostaggio di troppa burocrazia.
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Giani: ancora troppa burocrazia
"Quello che mi preoccupa – ha evidenziato il governatore della Toscana Eugenio Giani – è come venire fuori dalla quarantena e dall’isolamento. Il diretto contagiato è già stato tolto dal Green pass e quindi poi dovrà reinserirsi, questo lo ha fatto il ministero della Sanità. Ecco, io non avrei fatto così perché reinserirlo nel Green pass sarà una complicazione che comporterà giorni e carico burocratico. Per la quarantena è lo stesso: quando i tamponi ti hanno detto che sei negativizzato, secondo me tanta burocrazia non deve essere caricata sul sistema". Giani ha anche sottolineato i vantaggi dell’ordinanza regionale toscana che stabilisce come contagiato chi è positivo al test rapido, senza aspettare il riscontro di un molecolare.
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I tamponi antigenici
Non è solo la Toscana ad aver introdotto correttivi sul test rapido. In contemporanea l’ha fatto anche l’Emilia Romagna. Pure in Friuli Venezia Giulia I test rapidi antigenici positivi, pubblici o privati, non necessiteranno della conferma del tampone molecolare. Inoltre, il test antigenico negativo sui sintomatici avrà bisogno della conferma di un tampone molecolare a distanza di 2-4 giorni solo sulla base di una valutazione clinica. Anche nel Lazio il governatore Zingaretti ha firmato un’ordinanza secondo la quale il test antigenico rapido, se positivo, non deve essere confermato dal molecolare. Così sarà anche in Umbria, Marche e Veneto.
Che fare se si ha avuto un contatto stretto?
Secondo le nuove regole i vaccinati con tre dosi, i guariti nei 120 giorni precedenti e chi ha fatto la seconda dose da meno di 120 giorni, se hanno avuto contatti con un positivo non dovranno più fare quarantena. Dovranno indossare dispositivi di tipo FFP2 per 10 giorni e solo in caso di sintomi, effettuare un test antigenico rapido o molecolare e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto".
Come ne esce un positivo?
I positivi asintomatici "possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni a partire dalla data di prelievo del tampone risultato positivo, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con esito negativo". I positivi sintomatici invece "possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi, accompagnato da un test molecolare o antigenico con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi". Ma quanto impiegano le ASL a certificare la mutata condizione del positivo?
Dopo il test privato va informata l'Asl
La cessazione della quarantena o dell’auto-sorveglianza "che consegue all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare " può essere effettuato "anche presso centri privati a ciò abilitati". In quest’ultimo caso però, è essenziale "la trasmissione, con modalità anche elettroniche, al dipartimento di prevenzione territorialmente competente del referto con esito negativo". Il problema è: a che mail? E soprattutto quanto impiega poi l’ASL a registrarlo? Il rischio è dover attendere giorni risultando di fatto ancora bloccati dalla burocrazia.
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