Roma, 14 settembre 2023 – L’Europa pronta a vietare il bisfenolo A, conosciuto anche come BPA, nei contenitori a contatto con alimenti. Abbiamo rivolto 5 domande a Stefano Lorenzetti, esperto Iss del dipartimento Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria
1. Quali conseguenze in Italia?
"Il bisfenolo A (BPA) – chiarisce Lorenzetti – è una sostanza chimica identificata, secondo il regolamento Reach, come candidata alla sostituzione in quanto “sostanza estremamente preoccupante”. Il principio della sostituzione prevede che una sostanza candidata debba essere sostituita con un’altra sostanza chimica, se disponibile, con analoghe caratteristiche merceologiche che sia non tossica o comunque meno dannosa di quella da sostituire. Nel caso del BPA esistono decine di possibili sostanze alternative, sebbene esse stesse appartengano alla classe chimica dei bisfenoli. Poiché il BPA è usato principalmente nell’industria degli imballaggi per la produzione di contenitori per gli alimenti in policarbonato oppure come componente dei rivestimenti dei contenitori metallici smaltati, in Italia come in altri paesi la ricaduta maggiore riguarderebbe in linea di principio l’industria degli imballaggi alimentari: bisogna ricordare infatti che la sostituzione del BPA negli imballaggi alimentari (i cosidetti “BPA free”) è in atto da numerosi anni”.
2. Quali sono i rischi provati?
"La preoccupazione relativa al BPA è dovuta al fatto che ne è stata dimostrata sperimentalmente sia la sua tossicità per la riproduzione che le sue proprietà di interferente endocrino per la salute umana e per gli animali, ossia come sostanza chimica capace di perturbare il normale funzionamento del sistema ormonale sia degli uomini che degli animali. Inoltre, è noto che il BPA può danneggiare il sistema immunitario. Bisogna considerare però la valutazione del rischio relativo al BPA: ad aprile 2023, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito che la soglia di assunzione giornaliera tollerabile di 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Rispetto alla precedente soglia, la nuova è di circa ventimila volte inferiore ed è conseguente a studi recenti in cui è stato dimostrato che il BPA può danneggiare il sistema immunitario umano a dosi molto basse.
3. Dannosi anche i sostituti del BPA: quindi?
"Ufficialmente altri due sostituti del BPA sono stati inseriti tra le “sostanze estremamente preoccupanti”: il bisfenolo S o BPS (come tossico per la riproduzione e come interferente endocrino per la salute e per gli animali) e il bisfenolo B o BPB (come interferente endocrino per la salute e per gli animali). Attualmente l’Agenzia per le sostanze chimiche (ECHA) e gli esperti scientifici dei diversi stati membri dell’Unione Europea stanno valutando se considerare i rischi da bisfenoli come rischio complessivo e non legato ad un bisfenolo singolarmente”. “Le principali soluzioni possibili: limitare l’esposizione non utilizzando contenitori a contatto con alimenti contenenti bisfenoli; limitare l’esposizione utilizzando correttamente, come indicato dai fabbricanti, i contenitori a contatto con alimenti contenenti bisfenoli; incentivare la ricerca e sviluppo di sostanze chimiche merceologicamente equivalenti ai bisfenoli che non siano tossiche per la riproduzione e che non interferiscano con gli ormoni".
4. Quali sono gli oggetti a maggior rischio?
“Considerando la sola esposizione per via alimentare gli oggetti a maggior rischio sono i contenitori plastici in policarbonato e i contenitori per alimenti metallici smaltati, quelli utilizzati per il cosiddetto cibo inscatolato”.
5. Quali i consigli di buon senso per limitare il rischio?
"Limitare l’impiego di contenitori e altri materiali a contatto con gli alimenti contenenti tali sostanze, come ad esempio i contenitori plastici in policarbonato, e limitare l’utilizzo di alimenti conservati in contenitori metallici smaltati. Si raccomanda inoltre di non sottoporre tali contenitori a cicli di riscaldamento o bollitura, ancor meno al microonde”.