Roma, 19 giugno 2023 – Dal web alle strade tra Axa e Casal Palocco, quartieri a sud di Roma, verso il litorale, la condanna verso Matteo Di Pietro è unanime. Dal giorno dell’incidente che ha causato la morte del piccolo Manuel, 5 anni, mille follower hanno tolto il supporto al gruppo di youtuber dai "video assurdi" e dal canale dei ‘TheBordeline’ sono stati rimossi una settantina di video, ma non quello in cui Di Pietro realizza il ‘sogno’ di suo padre Paolo: guidare una Ferrari. Dopo aver baciato il cofano di una Portofino bianca da 250mila euro l’uomo, dipendente della Presidenza della Repubblica, parte per un giro in città senza cintura di sicurezza.
Tuttavia, con una decisione autonoma, il gruppo ha deciso ieri di chiudere il canale YouTube. Con un breve messaggio di 40 secondi, i TheBorderline "esprimono alla famiglia il massimo, sincero e più profondo dolore. Quanto accaduto ha lasciato tutti segnati con una profonda ferita, nulla potrà mai più essere come prima. L’idea di TheBorderline era quella di offrire ai giovani un intrattenimento con uno spirito sano. La tragedia accaduta è talmente profonda che rende per noi moralmente impossibile proseguire questo percorso. Pertanto, il gruppo TheBorderline interrompe ogni attività con quest’ultimo messaggio. Il nostro pensiero è solo per Manuel".
Fin qui l’aspetto social. Per quanto riguarda l’inchiesta, invece, lo youtuber 20enne alla guida della Lamborghini Usus che mercoledì scorso ha travolto la Smart Forfour su cui viaggiava Manuel, è indagato per omicidio stradale e lesioni. Un fatto sembra ormai assodato: il suv blu elettrico da 666 cavalli andava troppo veloce. "Erano due giorni che correvano come matti. Li abbiamo visti poco prima passare vicino al benzinaio, e sparire in nemmeno un secondo, poi abbiamo sentito il boato" racconta un residente. Ma le testimonianze di quanti hanno visto l’auto sfrecciare per la zona non si contano. E spunta l’ipotesi di una terza auto al momento dell’incidente.
Secondo i primi accertamenti della polizia locale, la Lamborghini procedeva a circa 110 chilometri orari. Un fatto che, se confermato dalle perizie, pone Di Pietro dalla parte del torto: su via di Macchia Saponara il limite è di 30 chilometri orari. Per la difesa della famiglia Di Pietro la Smart, svoltando a sinistra, in via Archelao di Mileto, non avrebbe dato la precedenza alla Lamborghini ma, anche con questa eventualità, il rispetto dei limiti avrebbe potuto scongiurare la tragedia.
Al vaglio ci sono le immagini delle telecamere del Consorzio Casal Palocco che, a 200 metri dal luogo dell’impatto, potrebbero far chiarezza. La ricostruzione dello scontro si cerca anche nei cellulari e nelle telecamere GoPro dei ragazzi a bordo dell’auto che, nel documentare minuto per minuto la sfida “vivo 50 ore in macchina“ potrebbero aver ripreso anche l’incidente. Documenti che potrebbero mettere nei guai anche i 4 passeggeri del suv – tre ragazzi, tra cui lo youtuber Vito Loiacono, e una ragazza – qualora emergesse un loro ruolo nella dinamica dello scontro.
Spuntano inoltre possibili super testimoni: l’autista del bus Atac che al momento dell’incidente si trovava dietro la city car e la conducente di un’auto nera vista sul luogo dell’impatto. Si attendono intanto i risultati dell’autopsia sul corpo di Manuel svolta sabato. Per celebrare i funerali bisognerà attendere qualche giorno.