Martedì 18 Febbraio 2025
REDAZIONE CRONACA

Bimbo conteso e sparito, l’appello disperato della madre: “Temo che il padre lo porti in Siria”

La battaglia legale di una mamma di San Donato Milanese contro l’ex compagno che, dopo averla maltrattata e picchiata, è scappato in Romania con il piccolo di 9 anni. Il Tribunale di Bucarest ha ordinato il rimpatrio in Italia del minore ma l’uomo non ha consegnato il figlio alla polizia

Bimbo conteso tra genitori: un altro dramma tra San Donato Milanese e Bucarest (foro archivio)

Bimbo conteso tra genitori: un altro dramma tra San Donato Milanese e Bucarest (foro archivio)

Milano – ''Arnaud, sto lottando con tutte le mie forze per portarti a casa. Resta dove sei, non scappare. Le autorità italiane ti troveranno e ti riporteranno da me. Da settembre, da quando non ti ho più visto, il mio cuore batte solo per te. Resisti, presto saremo di nuovo insieme, ti amo con tutta la mia anima''. È il disperato messaggio che Oana Iuliana Hancianu, 37enne originaria di Bucarest ma cittadina italiana, lancia attraverso l'Adnkronos al suo piccolo Arnaud, il figlioletto di 9 anni che le è stato portato via dall'ex compagno, padre del bambino: dei due si sono perse le tracce dopo che l'uomo, Moez Adin Youssef, 32enne nato in Spagna ma con origini siriane, naturalizzato italiano, incurante della sentenza del tribunale romeno con l'ordine del rimpatrio in Italia, si è rifiutato di consegnare il figlio agli agenti di polizia che hanno bussato alla porta di casa a Bucarest.

La storia

I fatti risalgono a inizio mese, dopodiché è calato il buio su dove siano padre e figlio. La mamma, preoccupata che il suo ex compagno possa recarsi in Siria, paese di origine della sua famiglia - tra l'altro con documenti falsi del bambino visto che gli originali sono in suo possesso -, appena rientrata a San Donato Milanese, dove vive, ha presentato denuncia per sottrazione di minore, attraverso i suoi avvocati, presso la Procura di Milano. Una volta emesso il codice giallo (per la ricerca di persone scomparse) Interpol, è caccia all'uomo in campo internazionale. Questo è solo l'epilogo di una vicenda iniziata anni prima, costellata da episodi di gelosia e maltrattamenti, tra atti persecutori, minacce di morte e aggressioni fisiche, dopo che la mamma di Arnaud ha deciso di lasciare il padre di suo figlio.

Violenza

Una storia di violenza per la quale Adin Youssef rischia un processo per lesioni personali e maltrattamenti (al momento c'è la richiesta di rinvio a giudizio del pm). In uno di questi episodi, ricostruisce la procura di Milano nell'avviso di conclusione indagini, l'ex compagno l'ha fatta finire in ospedale dopo averle rotto un dito; in un altro l'ha presa per la gola schiaffeggiandola dopo aver già tentato di soffocarla con un cuscino; in un altro ancora - raccontato nella denuncia ai Carabinieri - le ha gridato per telefono: ''Pu**ana, vedrai cosa ti faccio io, adesso sto zitto ma non idea di cosa ti farò. Tu aspetta e vedrai'', chiudendo poi la chiamata senza consentirle di sentire il figlio con lui in auto.

Un nuovo incubo

Dopo le denunce e l'indagine a carico dell'uomo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, per cui è stato rimosso anche il suo nome dai documenti del figlio, Oana Iuliana Hancianu ha immaginato di tornare a respirare e invece si è palesato un nuovo incubo. Un'accelerazione dei fatti c'è stata a cominciare dal 15 settembre scorso, quando il piccolo Arnaud, che si trovava a casa dei nonni paterni in Italia, è stato portato via illegalmente dal padre e trasferito in Romania. Da quel giorno la mamma non lo ha più sentito. L'ultima volta che è stato visto il bambino era in un hotel della capitale romena. La donna quindi a ottobre ha fatto ricorso a procedure internazionali per il recupero del figlio rivolgendosi all'Autorità Centrale Italiana competente per l'applicazione delle disposizioni della Convenzione dell'Aja del 1980 chiedendo il rientro del minorenne presso la sua residenza abituale dove è cresciuto. 

La sentenza

A gennaio una sentenza del tribunale di Bucarest ha stabilito che fosse illecito il trattenimento del piccolo Arnaud in Romania e ha ordinato l'immediato rimpatrio. Non essendoci stata volontaria collaborazione da parte del padre, il 4 febbraio presso l'abitazione dell'uomo a Bucarest si sono presentati gli agenti del Dipartimento di Polizia n. 20. Mentre la mamma aspettava fuori, sono entrati due agenti usciti poi dopo circa mezz'ora a mani vuote sostenendo che il bambino volesse rimanere lì. La madre ci ha riprovato nei giorni successivi ma alla fine nessuno è stato trovato nell'appartamento. La mamma disperata ora ha affidato ai suoi legali un messaggio sperando possa arrivare al figlio.

Il timore

I difensori dello studio International Lawyers Associates, che si stanno occupando del caso, convengono che le paure della donna sul fatto che il bambino possa essere espatriato in Siria siano reali. "Esiste il fondato timore che il padre possa aver ottenuto documenti falsi per il minore - ha dichiarato la donna nella denuncia - E' stato illecitamente sottratto e trattenuto in violazione della Convenzione dell'Aia, con grave danno psicologico ed emotivo. Ed esiste un pericolo concreto e attuale che il minore venga trasferito fuori dall'Unione Europea. L'unica possibilità di prevenire e impedire l'espatrio illecito è l'attivazione combinata delle segnalazioni Sis II e Interpol, unitamente al mandato d'arresto europeo nei confronti del padre".

Nuova indagine

La procura di Milano è già al lavoro, si indaga per sottrazione di minore. ''La madre lamenta il mancato intervento della Stazione di Polizia 20 e del Dgspc del Settore 6 di Bucarest nell'esecuzione della sentenza che ne disponeva il rimpatrio in Italia. Se confermato, ciò solleverebbe serie preoccupazioni sulla capacità della Romania di rispettare gli obblighi della Convenzione dell'Aia sui minori sottratti", dichiara l'avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali Internazionali e direttore nazionale Osservatorio Mae.

"Rivolgo un appello all'Ambasciatore George Gabriel Bologan affinché sensibilizzi le autorità rumene per un'azione efficace nel rintraccio del bambino e per garantire il pieno rispetto degli accordi internazionali. E la giustizia per una sua connazionale residente da anni in Italia", conclude.