Martedì 26 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Bimba uccisa a Caivano. Senza tomba dopo 10 anni

"Sono passati 10 anni e aspetto ancora il loculo promesso per mia figlia. Non è giusto. Fortuna meritava rispetto in...

Bimba uccisa a Caivano. Senza tomba dopo 10 anni

"Sono passati 10 anni e aspetto ancora il loculo promesso per mia figlia. Non è giusto. Fortuna meritava rispetto in...

Napoli, 26 novembre 2024 – “Sono passati 10 anni e aspetto ancora il loculo promesso per mia figlia. Non è giusto. Fortuna meritava rispetto in vita e ora merita dignità anche nella morte”, dice Mimma Guardato, madre di Fortuna Loffredo, ’Chicca’, la bimba di 6 anni uccisa nel 2014, gettata da un terrazzo di un palazzo del Parco Verde di Caivano dopo essersi ribellata agli abusi che subiva. Per la sua morte Raimondo Caputo, convivente di una vicina di casa, è stato condannato all’ergastolo per omicidio e violenza sessuale.

Nella Giornata contro la violenza sulle donne, Guardato si è espressa sulla questione femminile, anche al di là delle tragiche sorti di sua figlia: “La donna deve essere amata e rispettata, non trattata come una proprietà. Gli uomini devono dimostrare amore ogni giorno, non solo in queste occasioni speciali”. “E i bambini – ha aggiunto – se li mettiamo al mondo, dobbiamo crescerli con amore, rispetto e valori sani. I bambini sono lo specchio di ciò che vivono. Se crescono vedendo solo rabbia e dolore, è quello che porteranno nel loro futuro. Io non voglio solo belle parole, voglio che mia figlia sia rispettata. Voglio che le donne e i bambini qui abbiano un futuro diverso. Non si può lasciare che la violenza vinca sempre”.

Timori condivisi da un’altra mamma di Caivano, Francesca: “Ho più paura per mia figlia che per i maschietti. Qui non si fa abbastanza per proteggere donne e bambini, c’è molta omertà”. E poi: “La gente ha paura di denunciare. Anche quando una mamma lo fa, spesso lo fa solo quando è costretta. E non è detto che venga davvero protetta”. Francesca ha una richiesta: “Le istituzioni devono fare di più: non bastano interventi spot o simbolici, serve una presenza concreta, continuativa, capace di dare sicurezza a chi decide di denunciare. Non possiamo lasciare sole le donne e le famiglie in queste situazioni. A Caivano si può ancora fare tanto, ma serve il coraggio di chi denuncia e la forza di chi ascolta”.