Sabato 20 Luglio 2024
DAVIDE RONDONI
Cronaca

Bimba dimenticata in auto dal papà: "Ma il blackout mentale non cancellerà l’amore"

Lettera immaginaria al genitore che ha lasciato la figlia sul seggiolino al caldo. "Questa ferita sarà come una croce, eppure il bene resta ed è indubitabile".

Bimba dimenticata dal papà: "Ma il blackout mentale non cancellerà l’amore"

Bimba dimenticata dal papà: "Ma il blackout mentale non cancellerà l’amore"

Marcon, Venezia 20 luglio 2024 – Ancora sotto choc la comunità di Marcon, in provincia di Venezia, dove giovedì una bambina di un anno è morta dopo essere rimasta chiusa in auto, al sole, per alcune ore. La piccola è stata dimenticata sul seggiolino dal padre che era diretto al lavoro. Quando l’uomo è tornato si è reso conto della tragedia e con i colleghi ha chiamato i soccorsi, anche se la piccola era ormai morta. I genitori, che hanno anche un’altra figlia di quattro anni, hanno avuto un crollo psicologico. Resta da chiarire se il seggiolino fosse dotato del sistema di sicurezza obbligatorio e se funzionasse. Su questo si concentrano gli accertamenti delle forze di polizia.

Dicono: si resta senza parole. Dinanzi a certe notizie. E certo ci vuole il silenzio. Una pausa che non è un vuoto, ma una muta contemplazione del mistero della vita umana. E poi però ci vogliono anche le parole, senza le quali la vita non legge se stessa. E dunque ho l’ardimento, la demenza forse, la sperduta speranza di scrivere una lettera aperta al padre che ha dimenticato la sua bimba nell’auto. Per dirgli, come si può da padre a padre, e se possibile da poeta, con le lacrime tra i denti: "Piangi, e poi sappi che ora è in braccio al suo Padre vero. E non ti accusa di nulla. Piangi pure come ha fatto persino Maria sotto la croce, non bisogna trattenere il dolore, non si deve, e nemmeno si deve, come qualcuno dice, ’elaborarlo’". Come si può elaborare una pietra così, come elaborare una tale ferita? No, resterà, questa pietra di dolore, mai elaborata ma attraversata, lavorata semmai in offerta, offerta al cielo, al Vero Padre. Piangi e sii sicuro. La tua bambina ti amerà per sempre. Suonano folli queste parole? Ma a un dolore folle cosa volete rispondere, con comode parole e silenzi di circostanza? No, le parole devono cercare nel fondo della vita, della cultura, dell’anima cosa dire, come dare una carezza, a te padre che ora porterai come Cristo una croce. Non la elaborerai, la porterai sulle spalle.

Nessuno come un padre ama la sua bambina. E questo resta vero, ti voglio dire, anche ora, anche dopo il blackout mentale, dopo il nulla che apparentemente è entrato a rapirla. Ma nulla può negare l’amore di un padre alla sua bambina. È così forte che subito, subito accorre il Cielo a prenderla, in un abbraccio più forte e sereno del tuo, padre che hai nome di stella e l’hai amata e amerai sempre. Non dubitare di questo, oso dirti, mentre pare che tutto intorno crolli. I figli sono nostri ma non sono nostri. Lo sa bene chi ama e sa distinguere tra amore e possesso. E un padre che ama i suoi figli li guarda e trema perché sa che non sono suoi. Sua carne, ma non sua proprietà. E sono del Mistero che fa tutte le cose, chiamalo, gridalo con il nome di Dio o non importa come. Non sono del nulla, ma del Mistero creante. Nulla nasce dal nulla, e tua figlia non era venuta dal nulla e non torna al nulla. Lei è. Te lo dico sembrando forse strano ai più, ma te lo giuro da padre a padre, lei è.