È nel cuore di Palermo, uno dei migliori quartieri di Buenos Aires, che la coppia di veneti, fermata all’aeroporto di Ezeiza mentre cercava di lasciare l’Argentina con una neonata di 14 giorni in braccio, ha trovato un alloggio temporaneo, in attesa di capire cosa ne sarà del loro caso. Per il momento non ci sono accuse formali sui due uomini, che hanno ottenuto l’affidamento della bambina, nata da una gestazione per altri, dietro l’impegno di non lasciare il Paese. Ma mentre mettono a punto la loro strategia legale, i partner hanno scelto un appartamento vicino alla clinica svizzero-argentina dove la piccola è nata il 10 ottobre assicurandole così tutte le cure necessarie nella fase neonatale.
"Non vogliamo partire senza di lei" è il mantra della coppia, che si è già abituata all’idea di famiglia, accarezzata durante i nove mesi di attesa. La vicenda dei due italiani è esplosa in un Paese che ancora non ha una legge sull’utero in affitto, ma dove una recente sentenza della Corte suprema non riconosce il vincolo genitori-figlio nel caso di gestazione per altri. Un caso che infiamma anche la politica all’altro capo dell’oceano. La responsabile nazionale Giustizia e deputata del Pd, Debora Serracchiani, ha depositato un’interrogazione parlamentare chiedendo al governo di riferire sul caso, mentre l’Associazione Coscioni ricorda di aver depositato in Parlamento una proposta di legge per legalizzare in Italia la gravidanza per altri solidale.
Gli inquirenti privilegiano la pista della tratta di esseri umani. Nel mirino l’organizzazione intermediaria tra la coppia italiana e la mamma in affitto (ha ricevuto circa 5.500 euro).