Giovedì 22 Agosto 2024
GIULIA PRETE
Cronaca

Il padre morì in cantiere, bimba di 2 anni abbraccia la sua foto. "Tutti devono tornare a casa la sera"

Viareggio, Viola corre incontro all’immagine esposta a una mostra, la accarezza e manda baci. La storia commuove il web. La mamma: è l’ultimo scatto che abbiamo insieme, era la festa del papà

Migration

Lo scatto che ha commosso il web ritrae mamma Lucia con la piccola Viola mentre abbraccia la foto del padre

Lucca, 22 agosto 2024 – Viola corre incontro alla foto del padre, scomparso lo scorso 21 marzo in un cantiere. Lo riconosce, lo accarezza, lo abbraccia, gli manda baci, "Hai visto? – dice alla mamma, indicando la foto con il ditino – c’è papà". Un’immagine struggente, potente, dolorosa, che in poche ore ha fatto il giro del web, diventando virale. La piccola, uno scricciolo biondo di due anni, è stata immortalata dalla fotocamera proprio mentre abbracciava la foto del padre alla mostra fotografica ‘Non numeri ma persone’, curata dall’associazione ‘Ruggero Toffulutti’, organizzata i giorni scorsi nella Pineta di Levante di Viareggio dall’associazione Assemblea 29 giugno, impegnata nel ricordo delle vittime della strage del 2009. Fra le tante foto, oltre 40, anche quella di Luca Giannecchini, il 51enne di Lucca, titolare di un’azienda edile, morto a causa di un cedimento del manto stradale. E la mamma Lucia, che era presente alla mostra insieme alla figlioletta, della foto nemmeno sapeva niente. "Sono contenta – ha detto – è un bene che si faccia luce sui temi della sicurezza sul lavoro. Tutti i papà, la sera, devono tornare a casa. Tutti".

Quando ha portato sua figlia alla mostra si aspettava quella reazione?

“Sinceramente no, quell’abbraccio è stato totalmente una sorpresa. Si è messa seduta accanto alla foto per accarezzare il volto di suo padre. Quando gli organizzatori mi hanno chiesto una foto di Luca ho deciso di mandare quella: è l’ultima sera tutti insieme, stavamo festeggiando la festa del papà”.

Come sono stati questi cinque mesi senza di lui?

“Gli amici e i colleghi di mio marito non mi hanno mai lasciata un attimo. Gli volevano tutti bene, sono ancora oggi molto scossi. Ho ricevuto affetto anche da persone che non avevo mai visto. In tanti si sono presentati a casa dopo la tragedia solo per dirmi ’suo marito era veramente un angelo’. Anche le istituzioni mi sono state vicine: grazie al Comune potrò continuare a svolgere il mio lavoro da casa. Sono anche seguita da un’equipe di psicologi, sarà un percorso lungo, ma mi hanno detto che sono una donna molto forte”.

Come si gestisce una situazione così drammatica con due figli piccoli?

“Al bambino più grande avevo raccontato che il padre era diventato un supereroe, per questo non poteva più vederlo. Purtroppo una compagna di scuola gli ha raccontato la verità, e ho dovuto dare altre spiegazioni. Ogni tanto ha qualche scatto di rabbia, lo rivorrebbe a casa. Alla piccola invece ho detto che papà è su una stella e che a volte si trasforma in un uccellino per starle accanto e vedere cosa fa. Adesso, ogni volta che vede un passerotto o alza gli occhi al cielo, inizia a salutare. La tristezza è normale, ma gli ho sempre detto che devono camminare a testa alta perché il loro papà era unico e speciale. Non tutti i bambini possono dire la stessa cosa, si devono sentire fortunati e orgogliosi”.

Questa tragedia le ha lasciato anche qualcosa di bello?

“Certo, per esempio l’amore delle persone. Mi sono completamente ricreduta sul genere umano. Nessuno mi ha mai lasciata da sola. La sera prima di morire abbiamo visto un cartone della Disney, ’Encanto’, Luca ha insistito tanto per vederlo insieme. Una famiglia perdeva il padre e dopo la sua morte tutto il villaggio gli dava una mano. Quando gli ho chiesto se non fosse troppo triste da far vedere a due bimbi piccoli, mi ha risposto ’No, sono realtà che devono conoscere’. Era come se lo sentisse. Ed è successo tutto proprio come in quel film. La bimba ogni tanto mi dice di vederlo, mi racconta cose che sapevamo solo io e Luca. Impossibile pensare che non sia ancora con noi. Odio, invece, sentirmi chiamare vedova. Non lo sopporto. Mi sento ancora una donna sposata: il 30 agosto festeggerò dieci anni di matrimonio con mio marito e rifarò la promessa. Sono stata fortunata a conoscerlo, mi ha insegnato tanto. Era un angelo ma purtroppo gli angeli stanno in cielo. Quando a febbraio morirono gli operai nel cantiere di via Mariti a Firenze, Luca era molto preoccupato e mi disse ’povere famiglie, chissà adesso che fine faranno’. Poco dopo ha fatto l’assicurazione per me e i bambini. Forse quando stiamo per morire, ce lo sentiamo”.