Biella, 11 dicembre 2024 – Ci sono piccole storie che raccontano grandi verità. Poi a Natale, com’è noto, siamo tutti più cattivi. E infatti una meravigliosa polemica natalizia arriva da Biella, 43mila abitanti nell’angolo in alto a destra del Piemonte, lo precisiamo perché è località di cui normalmente non si sente mai parlare. Succede che la giunta di centrodestra abbia installato in centro, piazza Lamarmora, sotto la statua del bersagliere con le penne e tutto, una grande scritta luminosa: “Merry X Mas”, neanche fossimo a Nashville. Fin qui siamo nell’ordinario cattivo gusto natalizio, giusto per risvegliare il Grinch che è in noi. È il seguito che è interessante.
Da sinistra hanno subito fatto notare che quel “X Mas” si potrebbe leggere non Christmas, ma Decima Mas, la formazione fascista che durante la Repubblica sociale si specializzò nella caccia ai partigiani (ma che, fra parentesi, aveva preso il nome da un reparto della Regia Marina che aveva sì combattuto la Seconda guerra mondiale dalla parte sbagliata, però l’aveva fatto con eroismo eccezionale. Insomma, la storia andrebbe maneggiata con cura, e soprattutto conoscendola).
Sta di fatto che “la Decima”, da sempre molto presente nell’immaginario post o neofascista, è tornata in cronaca quando è stata riesumata dal generale Vannacci e dai suoi vannaccini, che ne hanno usato il nome per fare campagna elettorale con un’insistenza così provocatoria da dare fastidio perfino a Ignazio La Russa, ed è tutto dire. Tornando a Biella, l’aggravante è che il o la “X Mas”, a seconda che lo si prenda per il Natale o per la Decima, splende proprio davanti a Villa Schneider, che fu la caserma delle SS e oggi ospita l’Anpi.
All’inizio, il sindaco, il fratello d’Italia Marzio Olivero, ha dato ragione a chi in privato gli aveva segnalato il problema e ha fatto coprire con dei teli neri la X e la M, suscitando, immaginiamo, le perplessità di chi si vedeva augurare “Merry As” (con una esse in più, altro che polemiche…). Ma poi, dopo che Pd e Avs avevano pubblicamente protestato, ha ripensato il ripensamento e ha tolto i teli, tornando al “X Mas” iniziale. Motivazione: “Esponenti meno autorevoli della sinistra biellese non hanno saputo sottrarsi al desiderio di impartire lezioni al prossimo, animati, come avviene in alcuni salotti, da vanità e presunzione”, e qui naturalmente i salotti non potevano mancare, anche se il primo cittadino si è dimenticato di aggiungere, com’è assolutamente d’obbligo, “radical chic” o “gauche caviar” o “dell’élite” o “della Ztl” (ma magari a Biella non c’è). A questo punto dal Pd, consigliere Andrea Basso, il sindaco è stato accusato di “totale menefreghismo della sensibilità altrui” e da Avs, consigliere Michele Magliola, di “un atteggiamento poco attento al valore simbolico delle decisioni pubbliche”.
Non è una b(i)ella storia. Ma evidenzia il carattere surreale di molto dibattito pubblico italiano. Intanto, l’ossessione per il fascismo, di cui non si è mai parlato tanto nemmeno quando c’era. Per vedere in un pacchiano addobbo natalizio un richiamo a Salò bisogna mettercisi d’impegno, e insomma stavolta sembra proprio che il fascismo sia nell’occhio di chi guarda.
Però anche la destra biellese sembra un po’ sbiellata. Ma come? C’è un governo nazionalsovranista che fa grandi proclami per l’identità nazionale e gli auguri ai cittadini li facciamo in inglese, anzi in americano perché a Oxford un “X Mas” non passerebbe mai? E poi non credo che Biella sia proprio invasa dai turisti stranieri. E allora in piazza mettiamoci un autarchico, cruscante, italianissimo “Buon Natale”. Anche se, a ben pensarci, “Christmas in Biella” sarebbe un titolo perfetto per un cinepanettone con Massimo Boldi e Christian De Sica. Anzi, “X An”.