Roma, 20 novembre 2024 – Ciclisti sulle barricate contro il nuovo codice della strada 2024 appena approvato dal Senato (introdotto fra le altre cose l’obbligo di fari, che certamente aumenta la sicurezza).
Alessandro Tursi, presidente Fiab – Federazione italiana ambiente e bicicletta – mette in primo piano tre punti:
- corsie ciclabili
- autovelox
- Ztl
E spiega: “Di fatto il nuovo codice della strada sospende le corsie ciclabili, che si possono realizzare solo dove non sono possibili le piste ciclabili protette, ma non viene specificato come. Questo per noi non va bene, perché le piste ciclabili in Italia sono pochissime e frammentatissime. La corsia è una semplice linea, continua o tratteggiata. Mi chiede se è insicura? Diciamo che senza è molto peggio”.
Sul capitolo autovelox: per il ministro Salvini bisogna mettere fine a quelli installati solo per fare cassa. Secondo il presidente Fiab “questi strumenti sono indispensabili per la sicurezza”. Sui controlli Tursi guarda fuori dall’Italia e mette in fila: “Belgio, Olanda e Austria fanno molte più sanzioni di noi, rispettivamente 6,10 e 12 volte tanto”.
Non piace ai ciclisti neppure il limite sulle Ztl, “finora decidevano le comunità locali in autonomia, in base ”.
Cosa farete ora? “Tutto quello che la democrazia e le leggi ci consentiranno”, risponde Tursi. E precisa che non esistono stime attendibili sul numero di ciclisti in Italia. Neppure sappiamo esattamente quanti siano i chilometri di piste ciclabili. “Ma l’uso della bicicletta negli spostamenti è sotto il 10% del totale”, rimarca.
Enrico Chiarini, consigliere nazionale Fiab, aggiunge un quarto elemento di discussione, “la moderazione della velocità, dove non è possibile realizzare spazi dedicati anche alle bici, i due principali sono piste o corsie ciclabili. Per questo molte strade devono essere condivise, necessariamente, perché lo spazio è contingentato”. In altre parole secondo Fiab servirebbero “anche più zone 30”.