Milano, 12 giugno 2023 – Lo disse a modo suo fra scrosci di applausi: “Ho la fila di donne che mi vogliono sposare. E sapete perché? Punto primo sono simpatico. Punto secondo ho un po’ di grana. Terzo, la leggenda dice che ci so fare. Quarto, tutte pensano: è vecchio, muore subito e io eredito”. Autoindulgente. E però spietato con se stesso. Sapeva che con la simpatia non si fa troppa strada. Ammetteva che sopra una certa cifra è faticoso distinguere fra l’uomo e il patrimonio. Qualcuno le ha contate, le sue donne. E anche se la lista si è fermata a Marta Fascina, l’ultima fidanzata o non moglie, si può solo approssimare. I pignoli hanno preferito contabilizzare: fra risarcimenti, assegni di divorzio e donazioni per quieto vivere, dal 2010 Silvio Berlusconi avrebbe speso più di 75 milioni di euro.
“Non rimpiango nulla”
“Non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute – cantava Il Cirano di Guccini –. Per colpa o per destino le donne le ho perdute”. La prima e la seconda moglie, le compagne ufficiali venute dopo e quelle ufficiose, le lecite e le proibite. Ha pagato sempre, senza lesinare in assegni e sentimenti, come capita anche a chi la grana non ce l’ha. E in questo sta la sua redenzione. Sempre che ne abbia bisogno, sempre che l’Italia divisa fra il disprezzo e l’ammirazione non abbia già perdonato. Nessun rimpianto. “Je ne regrette rien” era la canzone che amava di più, quando si metteva davanti al pianoforte l’inno di Edith Piaf apriva sempre il siparietto malinconia: “Amori spazzati via con i loro tremolii.. Non mi pento di nulla, né del bene né del male”.
"Con le donne meglio di Batman”
Diceva: “Non parliamo di donne perché lì li batto tutti”. E poi era il primo ad attaccare il discorso mescolando passione autentica e oscenità. “Misogino io? Ho un’altissima considerazione delle donne, controllate la percentuale nel mio partito e nelle mie aziende”. Don Giovanni o Casanova, dove è la sete di avventura a fare la differenza e riscattare il secondo dal bieco libertinismo. Meglio ancora un archetipo fiabesco, il principe azzurro attempato che ci prende gusto e sparge i suoi baci a casaccio. Addirittura supereroe: “Superman a me mi fa ridere”... “Io sono come Batman, ho la corazza di kevlar”. Perché, si domandò anni fa il New York Times prima che l’America si incartasse su Trump, gli italiani hanno tollerato l’edonismo e le buffonate di Berlusconi per tanto tempo? Gli italiani sono sentimentali, più un cuore batte e più diventano clementi.
“Il cuore di Berlusconi ha lavorato il triplo di quello di una persona normale”
“Il cuore di Berlusconi ha lavorato il triplo di quello di una persona normale” fu la diagnosi del medico personale Alberto Zangrillo dopo l’intervento alla valvola aortica. Ecco perché. E lui confessava con candore il piacere di stare al mondo: “Se ogni tanto sento il bisogno di una serata distensiva come terapia mentale per pulire il cervello da tutte le preoccupazioni, nessuno alla mia età mi farà cambiare. Sono un ospite unico, direi irripetibile, gioioso e pieno di entusiasmo: amo la vita e le donne”.
"Meglio essere appassionati delle belle ragazze che gay”
Le sue serate leggendarie, i sinceri autogol: "Meglio essere appassionati delle belle ragazze che gay”. Pedro Almodovar la prese malissimo: “Berlusconi è un omofobo ossessionato dalle donne che si vanta in continuazione di non essere finocchio”. Berlusconi, incalzava qualcun altro, non ama le donne. Le odia perché le teme, le accetta solo se sono un corpo che non si interroga, non lo minaccia, non lo annoia. E cosa ne sappiamo. Carla Elvira dall’Oglio, sposata nel 1965 e madre di Marina e Pier Silvio, è rimasta sempre lontana dai riflettori. Veronica Lario si è eclissata dopo il divorzio. Intorno sciami di amiche, deputate, attrici, elettrici spasimanti, ragazzine. Il Cialis e le Olgettine. Ruby e il lettone di Putin. La Santanchè che “era ossessionata da me”, lo struggimento per la Dellera, la fidanzata Francesca Pascale e i cagnolini, l’ultima compagna trentenne votata al low profile. “Que reste-t-il de nos amours – cantava lui facendo il verso a Trenet - Que reste-t-il de ces beaux jours”. Felicità sbiadita, capelli al vento. Alla fine, facendo qualche ritocco, la storia di tutti.