Nessuna bozza. Nessun testo pre-visionato o pre-concordato. I francescani che hanno invitato Roberto Benigni a chiudere la due giorni della prima Giornata mondiale dei bambini in Vaticano, addirittura come ospite d’onore sul sagrato di piazza San Pietro presente il Papa stesso, avevano dato al regista e attore premio Oscar carta bianca totale. E così Benigni non ha tradito le aspettative. Col suo stile un po’ guascone, un po’ da birichino innocente, si è lanciato in un monologo ricco di verve con cui, se da un lato ha suonato la carica ai 50mila bambini in piazza ("Prendetevi questo mondo brutto e fatelo bello!"), dall’altro ha imbeccato la politica con una buona dose di satira. "Santità, quasi, quasi per le prossime elezioni mi presento io, assieme a lei, facciamo il campo largo. Mettiamo sulla scheda il nome Jorge Mario Bergoglio, detto Francesco: vinciamo subito!".
In prima fila, la premier Giorgia Meloni con la figlia Ginevra, che subito Benigni aveva salutato chiamandola: "Il signor presidente". Francesco ride di cuore. Accetta di buon grado il bacio e l’abbraccio di Benigni. Fa quasi da spalla alle sue battute, come quando l’attore e regista confessa che due guardie svizzere, prima di entrare, gli avevano detto che poteva fare tutto, ma non toccare il Papa.
Allarga le braccia Francesco, ammiccante, quasi volesse dire che nessuno però lo può ingabbiare. Benigni incalza: "Vorrei ballare un tango con lei". Tra i due c’è sintonia a conclusione di un evento che Bergoglio ha fortemente voluto per spostare l’attenzione dalle decisioni dei grandi, ai desideri e le attese dei bambini, quello della pace primo fra tutti. "Prendete la vostra vita – incita Benigni citando Giovanni Paolo II – e fatene un capolavoro". Poi si fa serio: "Il mondo è governato da persone che non sanno che cosa siano la misericordia, l’amore. E così commettono il più stupido dei peccati, la guerra: una parola brutta, che sporca tutto. Dobbiamo porre fine a questa cosa. Perché quando i bambini giocano, appena uno si fa male, si fermano, fine del gioco. E invece quelli che fanno la guerra non si fermano al primo bambino che si fa male. Costruite un mondo migliore, noi non ci siamo riusciti".
Il Papa annuisce. Sono gli stessi concetti che ha distillato instancabilmente per due giorni. Alla messa al mattino ai bambini ha raccomandato ancora una cosa: "Gesù perdona tutto, perdona sempre". Ancora prima aveva ricevuto privatamente Meloni, accompagnata sempre dalla figlia. Una decina di minuti per fare il punto sul prossimo G7 in Puglia cui il Papa, su invito della premier stessa, ha accettato di partecipare anche se relegato a parlare di intelligenza artificiale e non di guerra né tantomeno di pace. Bergoglio ha comunque incassato l’opportunità di essere presente, fatto senza precedenti per un Pontefice. Qualcuno dice però che avendo saputo che Meloni ha invitato anche l’ultraliberista presidente argentino Jorge Milei, parte di un fronte dell’ultradestra da poco riunitosi a Madrid, Francesco stia valutando anche l’ipotesi di videocollegarsi.