Giovedì 21 Novembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Linda Cerruti, bella e vincente? Si scatena il maschilismo

La nuotatrice e gli hater

Linda Cerruti

Linda Cerruti

I vincenti vanno bene se hanno avuto un’infanzia difficile e magari sono africani e orfani come Yeman Crippa, il re dei 10mila agli Europei. O come Darwin Núñez, il golden boy del Liverpool, che da piccolo viveva sul fiume in povertà mentre la madre raccoglieva bottiglie per strada. Va bene Khaby Lame perché, se non gli si fosse accesa la scintilla, anziché sbancare su TikTok magari si sarebbe messo a spacciare alla periferia di Chivasso. E si è presa solo complimenti Tracy Eboigbodin, la cameriera di origine nigeriana che ha conquistato il primo posto a Masterchef.

Anche Federica Pellegrini ha vinto di tutto e di più. Ma a lei – bellissima e solida, senza traumi pregressi da esibire come alibi alla fortuna – non è stato risparmiato niente. Quelli che spuntava un brufolo ed era colpa del testosterone. Quelli che le davano della buzzicona. Quelli che "se la tira", "è una mangiauomini", "odiosa come lei nessuna". Un bel numero di farabutti ha accompagnato la carriera della Divina lungo il lampo di gloria durato vent’anni. Perché donna? Perché imbattibile? Un po’ entrambe le cose.

Il sessismo è una strana bestia, i social la teca protetta in cui si riproduce sconsideratamente. Striscia a casaccio e se trova un esemplare femminile apparentemente inespugnabile affonda i denti attaccandosi dove può: il corpo, il carattere, la dubbia moralità sua, di mamma e di nonna. Succede la stessa cosa con la nuotatrice artistica Linda Cerruti, che non ha portato l’acqua sulla testa nella savana ma si è fatta un mazzo così da quando era bambina a adesso si gode il risultato. A 29 anni ha razziato otto medaglie agli Europei di Roma e presa da comprensibile entusiasmo ha voluto condividerlo con i follower di Instagram a modo suo: a testa in giù mentre fa la spaccata con i cimeli appesi alle gambe.

Foto bellissima. E al traino una valanga di commenti che al confronto un Lino Banfi d’antan ("meglio la carne che l’osso e darci dentro a più non posso") sembra rispettoso. Vanno citati per dare il perimetro della vergogna. Almeno tre: "Belle le medaglie, ma anche lo spazio fra la quarta e la quinta non è male"; "la medaglia che più conta è quella che ha fra le gambe"; "la posa ideale per ricevere anche la medaglia del fidanzato". E siamo ancora qui, dentro il burineggiare impunito. Con il sospetto però che sia venuto a noia anche a loro. A rodere in realtà è la donna vincente, solo che non trovano il modo per dirlo e continuano ad attaccarsi alla "gnocca" (sic).