Palermo, 1 novembre 2024 – I sommozzatori della Marina militare sono tornati nel relitto del Bayesian per recuperare altri reperti dal veliero affondato nella notte del 19 agosto nelle acque di Porticello, nel Palermitano. Quanto recuperato servirà per completare la nuova delega affidata dalla procura di Termini Imerese che sta coordinando le indagini sull'affondamento che causò la morte di 6 persone. I nuovi dettagli saranno utili per ricostruire cosa avvenne quella notte e soprattutto le cause del naufragio dell'imbarcazione.
Secondo la tesi degli inquirenti, riportate da Repubblica, il disastro si sarebbe originato a causa di due portelloni lasciati aperti: l'acqua sarebbe entrata dall'accesso di poppa alla sala macchine e dal salone del ponte principale.
Invece, secondo quanto scrive il New York Times, a far affondare il Bayesan sarebbe stato soprattutto il suo maxi e unico albero, che lo rendeva instabile. "L'articolo afferma concetti talmente risibili dal punto di vista tecnico che non vale la pena commentare", risponde però The Italian Sea Group, la società che costruì l'imbarcazione nel 2008. Che "ribadisce quanto già detto in passato in merito alla sicurezza della barca".
La tesi del New York Times
Il New York Times, che ha condotto un’inchiesta attraverso documenti tecnici di costruzione della barca e simulazioni computerizzate dei movimenti dello yacht di lusso del miliardario Michael Linch, sostiene che il Bayesan fosse un'eccezione nella serie di yacht superlusso della Perini Navi di Viareggio, che hanno due alberi invece che uno solo. Fu l'acquirente originale, un uomo d'affari olandese, a insistere per un singolo albero, che sarebbe stato più alto di al mondo. Ma, secondo il quotidiano americano, tale decisione ha finito per rendere l'imbarcazione molto più vulnerabile rispetto ad altri superyacht. Oltre a essere eccezionalmente alto, più di 72 metri era anche molto pesante, diverse tonnellate di alluminio. Ciò, spiega il Nyt, avrebbe dovuto spingere a creare peso sul fondo dell'imbarcazione, una zavorra per abbassarne il baricentro e contrastarne la tendenza a inclinarsi. A questo si lavorò in un cantiere navale turco nel 2006, ma invece di distribuire la zavorra in modo uniforme sul fondo della barca, il che avrebbe garantito una migliore stabilità, i costruttori l'hanno accatastata verso la parte posteriore dello scafo.
I documenti tecnici del Bayesian mostrano, secondo gli ingegneri consultati dal New York Times, quanto fosse vulnerabile. Anche senza gravi errori da parte dell'equipaggio, la nave avrebbe potuto affondare in una tempesta a cui altre imbarcazioni sarebbero sopravvissute.
Secondo gli esperti intervistati dal quotidiano americano (una dozzina tra architetti navali, ingegneri e altri esperti), ci sarebbero state altre vulnerabilità nella progettazione dello yacht: scelte progettuali di base, come le due alte porte sul lato del ponte, che hanno aumentato le possibilità che la nave imbarcasse consistenti quantità d'acqua se i forti venti avessero spinto la barca verso il lato. Sono queste, insieme all'instabilità creata dall'albero, le ragioni per cui, secondo i resoconti dei testimoni e dei sopravvissuti, lo yacht si ribaltò completamente su un lato e affondò nel giro di pochi minuti.