Palermo, 7 novembre 2024 – La società che ha costruito il Bayesian contro il New York Times per l'articolo pubblicato lo scorso 31 ottobre in cui il quotidiano formulava ipotesi sul naufragio lo scorso agosto. The italian sea group, proprietaria del cantiere Perini Navi di Viareggio che ha realizzato dello yacht super lusso nel 2008, ha infatti dato mandato ai suoi legali di agire contro il Nyt "per il danno di immagine riferibile al brand e alla reputazione di Perini Navi, finora simbolo di perfezione tecnologica e massima espressione della nautica italiana nel mondo".
Secondo il giornale americano, la causa principale dell'affondamento era stata il maxi e unico albero del veliero, che lo avrebbe reso instabile. La società denuncia invece una "narrazione del tutto priva di consistenza tecnica", dicendosi certa "dell'inaffondabilità del sailing yacht Bayesian, se condotto correttamente" e "che gli inquirenti italiani che stanno indagando sulla vicenda chiariranno le ragioni dell'ingresso dell'acqua a bordo".
"L'articolo riportava una narrazione sull'affondamento del Bayesian, del tutto priva di consistenza tecnica, per altro tacendo la fonte che, se realmente qualificata, non avrebbe avuto problemi ad essere citata", spiega la società in una nota in cui ricorda anche di aver "acquisito, nel gennaio 2021, dall'asta fallimentare il brand Perini, gli archivi, e la parte immobiliare della Perini Navi, e non può quindi in alcun modo essere considerata responsabile di qualsiasi accadimento eventualmente riferibile all'affondamento".
Le note tecniche della società
Secondo la Italian Sea Group, il New York Times avrebbe attribuito alla scelta progettuale del monoalbero una "non documentata instabilità: il Bayesian pur avendo una curva di stabilità leggermente diversa da un ketch – spiega l'azienda – è comunque pienamente e ampiamente conforme ai criteri di stabilità definiti dalla Maritime Coastguard Agency per le imbarcazioni commerciali a vela". La società precisa inoltre che "il Bayesian è stato progettato da uno dei più famosi architetti navali del mondo, Ron Holland, mentre non leggiamo alcun nome di a loro dire progettisti che apoditticamente affermano che la barca offre evidenti debolezze". In quanto alle porte della nave – prosegue la nota – "teniamo a sottolineare che le porte menzionate sono a tenuta stagna come richiesto dalle norme e possono causare allagamenti progressivi solo se lasciate aperte e con angoli di sbandamento superiori a 30 gradi, quindi non possono rappresentare in alcun modo un difetto di progettazione o una debolezza, se azionate correttamente".
Con riferimento a quanto affermato dai due ingegneri navali spagnoli, Guillermo Gefaell e Juan Manuel López, The Italian Sea Group precisa che "l'angolo di sbandamento calcolato con 60 nodi di vento laterale è di circa 18 gradi e quindi in condizioni adeguate non può portare all'immersione di alcun punto di downflooding (a 80 nodi di vento l'angolo di sbandamento è di circa 28 gradi). Per avere un ingresso d'acqua di 1 tonnellata al secondo – prosegue l'azienda nella nota – come affermato sopra, l'apertura di ventilazione della sala macchine avrebbe dovuto essere completamente immersa a circa 3 metri di profondità e questa condizione non può essere raggiunta nemmeno con un completo ribaltamento (sbandamento di 90° o superiore)".
La notte in cui il Bayesian è affondato nelle acque di Ponticello, nel Palermitano, inoltre "le raffiche di vento hanno raggiunto i 60 nodi solo per circa 1,5/2 minuti – spiega The Italian Sea Group –pertanto, con tale spinta del vento la barca si sarebbe inclinata di 18 gradi, il che conferma la totale assenza di rischio, anche nell'ipotesi in cui l'equipaggio non avesse svolto correttamente tutte le necessarie attività. Ne consegue che, in tali condizioni, l'unica causa di sbandamenti superiori sia l'allagamento di più di un compartimento", conclude la nota.