Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Bassetti contro lo sciopero dei medici: “Non siamo metalmeccanici”. La replica: “Sbaglia a lavorare oggi”

L’infettivologo del San Martino di Genova: “La situazione non è buona ma il governo è arrivato da poco. E poi che immagine diamo a scioperare?”. Il segretario nazionale Anaao Assomed: “Dovrebbe capire visto che lavora in ospedale”

Genova, 5 dicembre 2023 – Matteo Bassetti è al suo posto in ospedale. Niente sciopero oggi. Anzi: “Credo che i medici non dovrebbero mai scioperare”. Nel giorno della maxi mobilitazione della sanità, l’infettivologo del policlinico San Martino di Genova dice la sua. Che è diversa da quella della grande maggioranza dei camici bianchi che invece hanno incrociato le braccia (gli organizzatori stimano un 85% di adesione all’agitazione). "Il Governo in carica ha il cerino in mano – dice Bassetti, interpellato dall’Adkronos salute – . La situazione dei sanitari, medici e infermieri, non è buona ma non è un problema di oggi ma degli ultimi 20 anni. Dove si è soltanto tolto alla sanità, dalla sinistra al centro alla destra. Trovo sbagliato oggi scioperare visto che questo Governo è arrivato da poco”.

Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive al San Martino di Genova (Dire)
Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive al San Martino di Genova (Dire)

C’è molto da fare per la Sanità pubblica, non lo nega Bassetti. "Bisogna ripensare il nostro sistema ci sono problemi strutturali, soprattutto di risorse. Si dovrebbe rivedere tutta la filiera delle risorse immesse nel sistema sanitario. Andare a mettere mano al numero chiuso nelle professioni sanitarie che è stato un grandissimo errore. Cercare di mettere un pochino più di merito all'interno degli ospedali, all'interno della sanità, ma alzando l'asticella". Ma in generale – sostiene l’esperto di malattie infettive – i medici non dovrebbero mai astenersi dal lavoro. “Non siamo metalmeccanici, tranvieri, nel nostro lavoro c'è di mezzo la vita delle persone. Che immagine diamo scioperando oggi? Sui temi della salute non dobbiamo dividerci, quando si fa uno sciopero ci si contrappone invece serve un impegno bipartisan".

L’intervento non va giù ai promotori dello sciopero nazionale di oggi. "Bassetti sbaglia a non scioperare, dovrebbe essere il primo a capire la situazione visto che lavora in ospedale'', commenta Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, oggi a Roma in sit-in per lo sciopero dei medici. 

"A chi dice che non è corretto scendere in piazza –  afferma il sindacalista – rispondiamo che non è corretto il modo in cui siamo stati trattati per 20 anni. Non è corretta la mancanza di rispetto verso chi ci ha rimesso la vita per questo sistema di cure". 

Le ragioni di chi sciopera

A fermarsi oggi non sono solo i medici ospedalieri, ma anche dirigenti, infermieri e professionisti sanitari, tecnici e amministrativi della Sanità pubblica e convenzionata, specializzandi inclusi, a cui si uniscono i veterinari. Lo sciopero è stato promosso dai sindacati contro le misure contenute nella bozza di Legge di Bilancio che dovrà essere approvata entro fine anno. Misure considerate inadeguate rispetto alla grave crisi in cui versa il sistema sanitario nazionale. 

Sono cinque le ragioni che hanno portato in piazza medici e infermieri: assunzioni di personale, detassazione di parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, depenalizzazione dell'atto medico e cancellazione dei tagli delle pensioni.

"L’aspettativa era di vedere in parte defiscalizzate le indennità di specificità medica e sanitaria per aumentare gli stipendi e frenare l’emorragia di professionisti che fuggono all’estero e nel privato”, lamenta Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED. "Siamo stanchi, disillusi, la pandemia ha destrutturato il lavoro, ci ha mandato in burnout. Chiedevamo che la manovra contenesse risorse economiche per il lavoro ordinario, visto che ci hanno definiti imprescindibili per il sistema”. La manovra contiene un “incremento economico per la sanità privata accreditata convenzionata di 700 milioni di euro per il recupero delle liste di attesa”. E “per smaltire le liste di attesa (nel pubblico ndr), dicono che pagheranno 80 euro il lavoro extra, nonostante le 60 ore a settimana che già facciamo a recupero della carenza di personale, vuol dire quasi prenderci in giro”.

C’è poi la questione del taglio delle pensioni previsto nella legge di Bilancio. “Molti medici stanno per andare in pensione, circa 55.600 – afferma il Presidente CIMO-FESMED, citato da Trendsanità – in tutto siamo 110mila, quindi circa il 50%. Perderanno da 200 a 1000 euro al mese di pensione con questo provvedimento. Ciò comporterà un’ulteriore fuga”. 

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