Martedì 5 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Il primario e la supermulta “per troppo lavoro” durante il Covid: “Vi spiego com’è andata. Mi sento maltrattato dallo Stato”

Vito Procacci, direttore del pronto soccorso nel policlinico di Bari: “Gli italiani devono sapere, non possiamo aver dimenticato tutto”

Vito Procacci, primario al pronto soccorso di Bari, multato per 27mila euro dall'Ispettorato: "Troppo lavoro durante il Covid"

Vito Procacci, primario al pronto soccorso di Bari, multato per 27mila euro dall'Ispettorato: "Troppo lavoro durante il Covid"

Bari, 21 ottobre 2023 – Vito Procacci, primario al pronto soccorso di Bari. “Multato di 27mila euro per troppo lavoro durante il Covid”, ha denunciato. Sollevando un gran polverone.

"Mi sento maltrattato dallo Stato che sembra aver dimenticato tutto, tutto quello che abbiamo passato e fatto durante la pandemia da Covid 19. I cittadini devono sapere”.

Multati per aver lavorato troppo, per non avere rispettato i riposi.

"Ma sono sempre state rispettate le prescrizioni contrattuali per medici e infermieri. Due-tre ore in più rispetto al turno di notte erano necessarie perché al mattino c’erano le visite, il passaggio di consegne e la svestizione. Ci ricordiamo tutte le protezioni che si dovevano adottare in corsia?”.

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Straordinario pagato o non pagato?

"Per me straordinario non pagato. Perché per i dirigenti il contratto comprende anche le ore in più, va tutto nella retribuzione di risultato, sono 3mila euro all’anno”.

Colpisce che abbiano multato proprio voi, in quel momento in tutti gli ospedali d'Italia c’erano superturni. Secondo lei c'è stata una segnalazione?

“Non ne ho assolutamente idea. Dai tabulati delle presenze probabilmente risulta che i medici si trattenevano oltre le 8 del mattino”.

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L'obiezione facile: allora servivano più medici.

"Ma l’azienda era disponibile ad assumerli. Il problema è che i medici non si trovavano proprio. Io, come direttore, mi accollavo sempre la maggior parte delle presenze”.

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Domani con che stato d'animo entrerà in ospedale?

“Da un lato con l’amarezza che prova chi ha sperimentato una sensazione di fallimento. Ma no, non posso usare quella parola perché credo profondamente nella mia professione e nel giuramento di Ippocrate. Ho 64 anni, faccio medicina d'urgenza da 32”.

Ha ricevuto la solidarietà di tanti colleghi in tutta Italia.

"E questo mi consola, conferma la forza del nostro lavoro”.

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