Sabato 27 Luglio 2024

Catania, bimbo di 5 anni frustato con cavi elettrici: fermate madre e zia

Lo avrebbero picchiato e seviziato per via delle sue “disobbedienze”. A dare l’allarme la dirigente scolastica che ha riferito alla polizia di “evidenti lesioni sulla schiena e sulle gambe del piccolo”

Roma, 21 febbraio 2024 – Avrebbero frustato un bambino di cinque anni con cavi elettrici per via delle sue “disobbedienze”. Madre e zia della vittima, due donne nigeriane di 23 e 28 anni, sono state arrestate a Catania con l’accusa di maltrattamenti e lesioni personali pluriaggravate. A lanciare l’allarme è stata la dirigente scolastica che ha riferito alla polizia di “evidenti frustate sulla schiena e sulle gambe” del piccolo. 

Frustate a bimbo di cinque anni, fermate madre e zia (Ansa)
Frustate a bimbo di cinque anni, fermate madre e zia (Ansa)

Segni di violenze che sono stati riscontrati anche dai medici del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale Garibaldi-Nesima. Il bimbo ha raccontato di essere stato "percosso" dalla zia diverse volte tramite "un cavo nero di ricarica della bicicletta elettrica di proprietà della madre". La vittima ha raccontato più volte che i segni delle violenze sarebbero stati provocati dalla zia davanti a "disobbedienze". Numerose le escoriazioni profonde scoperte dai medici, causate probabilmente da frustate. "Evidenti", secondo gli investigatori, anche le cicatrici e le lesioni "pregresse in via di risoluzione, diffuse sul tronco, arti superiori e inferiori, torace e addome". I medici del Garibaldi-Nesima hanno curato il bambino rilasciando per lui una prognosi di 15 giorni. "Allarmante", secondo la Procura, il quadro emerso dall'ascolto del bambino in audizione protetta e di alcuni testimoni: "I segni di violenza impressi sul corpo - sostengono i magistrati etnei - sarebbero stati inferti dall'indagata 23enne con dei cavi elettrici e ciò in seguito a banali capricci e non meglio specificate monellerie". Le sevizie avvenivano anche alla presenza della 28enne, "legata da vincoli di parentela con la piccola vittima", che "non si adoperava per evitarle, per impedirle o per segnalarle". Le due donne sono ora in cella nel carcere catanese.