Giovedì 21 Novembre 2024
BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Cocainomane a 10 anni, choc a Monza

Una famiglia normale. I genitori al pronto soccorso: "Non capiamo perché stia male"

Medici in un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Medici in un ospedale (foto di repertorio Ansa)

Pochi istanti dopo, la visita, i primi terribili sospetti dei dottori e poi la conferma, scioccante, dalle analisi cliniche: la bambina, che aveva cominciato fumando spinelli – gli esiti parlano chiaro –, era già passata alla cocaina. Un uso sporadico, ma sufficiente a lasciare una nitida traccia sulla carta del referto e nella sua fragile psiche. E tutto era accaduto senza che nessuno si accorgesse di nulla. Non una segnalazione, né a casa, né altrove. Risultati che hanno sconvolto anche i medici ai quali lei stessa, con i mezzi dei suoi pochi anni, ha raccontato il vuoto di lunghi pomeriggi trascorsi da sola perché madre e padre sono costretti a lavorare. Ore riempite andandosene a zonzo coi soldi della paghetta. E un’angoscia che cresce, fino all’incontro fatale. Gli specialisti capiscono che dietro c’è anche il rapporto con spacciatori senza scrupoli che non si fermano davanti a niente: neppure alla sua età. E c’è una ragione, talvolta: "Spesso sono ragazzi poco più grandi che cooptano i nuovi adepti", Amatulli se l’è sentito raccontare tante volte.

Ma non dalla bimba, che non ha detto una sola parola sulla loro identità. Su questo punto ha alzato un muro impenetrabile. Ha paura. Sguardo vuoto, confusione generale, capacità pratiche appannate e una rabbia che scoppia senza motivo apparente. Dietro, c’è il groviglio di una vita appena cominciata e già messa così duramente alla prova. C’è la voglia di sentirsi grande, di imitare cattivi maestri che danno lezione per strada o sul web, c’è confusione tra realtà e fantasia. Alcuni giorni fa, la piccola ha rotto gli argini e se non ci fosse stato quel grave episodio, forse non ci sarebbe stata più speranza. Dopo il ricovero è stata trasferita in una comunità per minori dove si sta curando. Prima, le ferite dell’anima che l’hanno trascinata sull’orlo del baratro, poi il resto. C’è da dipanare il groviglio interiore di cui la droga è una manifestazione. Il percorso, lungo, è cominciato. Coinvolge anche la famiglia. Per gli specialisti un lavoro carsico: "Non giudichiamo nessuno, cerchiamo solo di aiutare tutti a riannodare i fili di una trama lacerata".