Giovedì 25 Luglio 2024

Balenottera in trappola nel porto. Mobilitazione per provare a salvarla. Piena di ferite, muore tra le barche

Grosseto, i soccorritori hanno tentato di farle riprendere il largo. Ma il cetaceo era ormai troppo provato. I veterinari: "Sfiancata dai parassiti, fosse stata in salute non avrebbe mai fatto un errore di navigazione" .

Balenottera in trappola nel porto. Mobilitazione per provare a salvarla. Piena di ferite, muore tra le barche

Grosseto, i soccorritori hanno tentato di farle riprendere il largo. Ma il cetaceo era ormai troppo provato. I veterinari: "Sfiancata dai parassiti, fosse stata in salute non avrebbe mai fatto un errore di navigazione" .

Sembrava una bella storia. Era iniziata martedì con una nuotata a lambire yacht e traghetti attraccati a Porto Santo Stefano, come fosse una vip tra i tanti vip che cercano refrigerio all’Argentario, ma poi si è scoperto che quella balenottera non era arrivata fin lì per curiosità o perché attratta dalla bellezza del posto. E lo si è capito ieri mattina, quando è entrata nel porto di Talamone finendo incastrata in mezzo ai pontili. Come volesse nascondersi. E qui la storia di bello non aveva più niente: sfinita, fisico provato, piena di parassiti, incapace di mostrare segni di una vera vitalità. I veterinari, nel tardo pomeriggio, non hanno potuto far altro che interrompere quella struggente agonia.

Il cetaceo, lungo circa 12 metri, ieri intorno alle 10 è entrato nel porto di Talamone passando poi sotto le chiglie delle barche ormeggiate in due pontili, per andarsi ad incastrare nell’angolo tra diga e banchina. Uno spettacolo in realtà triste, quasi straziante, che ha coinvolto emotivamente tanti turisti e tanti talamonesi che sono accorsi al molo, anche con la speranza di poter aiutarlo.

I primi a intervenire sono stati gli uomini della Guardia costiera che ha seguito tutte le operazioni fino a tarda sera, e che ha visto impegnati molti volontari ed operatori portuali che non hanno esitato a buttarsi in acqua pur di poter alleviare le pene del cetaceo: un compito che subito è apparso arduo, impossibile anche per le resistenze dell’animale che si sentiva legato ed andava sempre di più verso gli scogli. Sono arrivate anche le veterinarie e le studiose del dipartimento di Biologia dell’Università di Siena, che hanno costatato subito le pessime condizioni di salute, pur sperando ancora di poter salvare la balenottera. "È un esemplare molto magro ed ha molti parassiti sul suo corpo – ha spiegato la professoressa Letizia Marsili –. Il suo avvicinarsi alla costa di questi ultimi giorni era dovuto probabilmente al fatto che non si sentiva più in grado di vivere in acque pelagiche. Non stava bene, purtroppo".

Ma si è provato di tutto, fino in fondo. Per cercare di placare il suo stato di agitazione la balenottera è stata sedata, ma per arrivare al risultato sperato sono servite diverse ore. Poi, intorno alle 15, un gruppo di operatori portuali con tre gommoni, la motovedetta della Guardia costiera ed il rimorchiatore di servizio del porto hanno tentato nuovamente di far prendere il largo all’animale: impresa che è riuscita solamente a metà perché, dopo essere stata trascinata fino in mezzo al porto, verso l’uscita, ha dato una codata strappando la cima di traino e tornando ancora, con una insistenza quasi suicida, in direzione dei pontili per incastrarsi nuovamente in un’altra zona del porto. Qui l’animale è apparso ancor di più allo stremo, con vaste perdite di sangue.

Gli esperti hanno capito che la sofferenza dell’animale era irreversibile. Una puntura è stata l’ultimo brivido. "È possibile fare solo ipotesi – ha spiegato l’esperto Roberto Rutigliano –, ma è certo che un animale in salute non cadrebbe in un tale errore di navigazione".

Sabino Zuppa