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Altro che Var. È colpo di scena al Senato. Dopo ore di polemiche, bagarre, conti e video – anche non consentiti – visionati dalla presidenza di Palazzo Madama, andrà in onda oggi la ripetizione del voto sul Dl Elezioni su cui, solo ieri, il governo aveva già posto e incassato la fiducia. Si ricomincia daccapo. Con i numeri che, stavolta, possono traballare più di quanto già ieri sono andati in fibrillazione, grazie ad una manovra del leghista Roberto Calderoli deciso ad affondare il provvedimento.
Le opposizioni, sin dal momento successivo al voto (finito in favore del governo con 145 si e solo 2 no, senza le opposizioni) avevano lamentato dubbi sulla presenza del numero legale in Aula al momento del voto di fiducia. I presenti sono risultati 149, i votanti 147. Ma dopo alcune verifiche, è risultato un errore sul numero legale, che non era pari a 149 bensì a 150. Dunque, la votazione è nulla, e deve essere ripetuta. L’errore sarebbe dipeso da un conteggio sbagliato dei senatori in congedo.
Dunque, si rivota di nuovo oggi. Roberto Calderoli - dicono - da sempre profondo conoscitore dei regolamenti parlamentari, ha in serbo nuove sorprese per affossare il decreto. Già ieri, d’altra parte, era andato in scena qualcosa di inedito per l’Aula del Senato, che ha poi portato alla decisione di rifare tutto daccapo. Calderoli - ecco i fatti - aveva chiesto di non votare i singoli articoli del provvedimento procedendo subito al voto con procedimento nominale per alzata di mano, richiesta accolta e giudicata approvata dalla presidente Casellati. A quel punto, però, la maggioranza ha cominciato a protestare, avanzando la richiesta di voto elettronico.
Casellati ha dato il via al voto e sul tabellone dell’emiciclo sono risultati 102 i favorevoli e 105 i contrari. E quindi la proposta che avrebbe impedito al governo di porre la fiducia sul decreto è stata bocciata. A questo punto sono state le opposizioni a protestare, lamentando l’ingresso in Aula per il voto elettronico di altri senatori, assenti - a loro dire - al momento della votazioni per alzata di mani. E così l’Aula si è trasformata in una sorta di curva da stadio, e le accuse, poi ufficializzate dallo stesso Calderoli in Aula, di alcuni senatori – prima non presenti – accorsi nell’emiciclo per votare.
E qui è scattata la ‘super Var’. Con la Casellati che ha sospeso la seduta proprio per effettuare una verifica dei numeri e delle presenze attraverso l’esame delle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso. La cosa però non è stata semplice, visto che la regia del Senato non inquadra tutte le tribune e sempre. L’esito, alla fine, è apparso dubbio. E infatti, oggi si ripete. Nonostante la ‘super Var’.