Manduria (Taranto), 26 aprile 2019 - Gli agenti l'hanno trovato ancora in vita ma stremato, picchiato selvaggiamente per giorni e legato a una sedia. L'hanno portato in ospedale dove l'uomo, Antonio Cosimo Stano, un 66enne di Manduria, è poi morto il 23 aprile per le percosse subite. Ha sofferto in rianimazione per 18 lunghi giorni di agonia.
L'aspetto choc della vicenda e che gli autori dell'incredibile sequela di sevizie e torture sarebbero 14 ragazzini (tra cui solo due maggiorenni): una baby-gang feroce, che ha agito verosilmilmente senza una vera ragione. A incastrarli anche alcuni video delle sevizie, che i minorenni hanno fatto e poi condiviso in chat su Whatsapp.
L'uomo, secondo quanto riferisce la polizia ad alcuni quotidiani locali, ha subito una serie di assalti nella sua abitazione da parte del branco di ragazzi che lo avrebbero aggredito, rapinato e bullizzato. La crudeltà del baby-branco è acuita se possibile dal fatto che la vittima era totalmente indifesa: soffriva di disagio psichico, era anziano e senza aiuto.
Vista la violenza dei bulli, il poveretto si era visto costretto a rinchiudersi in casa dove è rimasto per giorni senza cibo, col terrore di uscire per procurarsene in una condizione di prostrazione assoluta. Gli agenti di polizia sono intervenuti il 6 aprile scorso dopo la segnalazione di alcuni vicini: nell'appartamento hanno trovato il 66enne seduto su una sedia dalla quale probabilmente non si muoveva da giorni. Nei video, diffusi tramite Whatsapp, i giovani si sarebbero ripresi mentre sottoponevano la vittima a violenze con calci, pugni e bastoni.
S'indaga per i reati di omicidio preterintenzionale, stalking, lesioni personali, rapina, violazione di domicilio e danneggiamento. I 12 minorenni sono stati iscritti nel registro degli indagati dal procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale dei minori, Pina Montanaro. I due maggiorenni, di 19 e 22 anni, sono indagati dal pubblico ministero Remo Epifani della Procura della Repubblica ordinaria.
ANNI DI PERSECUZIONE - Le scene riprese sono state definite da chi le ha viste "in stile arancia meccanica". Scene brutali, vengono definite, con richiesta continua di denaro, ma anche insulti, aggressioni con calci e pugni e addirittura con dei bastoni. L'anziano si è così ritrovato inerme e indifeso, anche perché è affetto da problemi psichici che lo tenevano lontano da amicizie e incline all'isolamento. Le aggressioni, ripetute negli anni, sarebbero avvenute sia in casa del pensionato ma anche all'esterno, per strada, davanti a persone che non intervenivano in difesa del più debole.
Secondo alcuni vicini di casa il 66enne era da anni diventato il bersaglio deibulli, addirittura sin dal 2012. Dichiarazioni che sono al vaglio delle due procure che si occupano della vicenda.
LA CAUSA DELLA MORTE - Oggi è prevista l'autopsia da parte del medico legale di Bari, Liliana Innamorato, ma ci vorranno ulteriori esami di laboratorio per stabilire se la morte del 66enne sia stata causata dai traumi subiti a seguito delle aggressioni subite o, ad esempio, dallo stato di prostrazione e di degrado in cui l'anziano era caduto dopo essere stato bullizzato. Di certo la vittima nei giorni scorsi era stata sottoposta a due interventi per suturare una perforazione gastrica e per una emorragia intestinale all'ospedale Giannuzzi.
LA FAMIGLIA E I VICINI - Stano non era sposato e viveva da solo in casa. In famiglia ha un'anziana sorella, che vive a Manduria, e un nipote che lavora al Nord e si prendeva cura di lui. A portare all'attenzione della Polizia lo stato di precarietà e di abbandono del pensionato, erano stati alcuni vicini di casa, che hanno che denunciato episodi le aggressioni nei suoi confronti da parte della baby gang, che si introduceva nell'abitazione dell'uomo per derubarlo usando su di lui violenza e sevizie. I poliziotti hanno dovuto convincere l'uomo a farli entrare in casa: Stano aveva il terrore che fossero di nuovo gli aggressori.
SALVINI - Immediata la reazione del ministro dell'Interno, Matteo Salvini: "Se confermati colpevoli, pene esemplari per tutti, anche per i minorenni, che devono essere trattati (e puniti) come tutti gli altri. Di fronte a simile violenza, per me non esiste la distinzione fra minorenni e maggiorenni".