Lunedì 16 Dicembre 2024
ALBERTO GRECO
Cronaca

Azienda fallisce, asini all’asta. Gli animalisti: non macellateli: "Siamo pronti a comprarli noi"

Mobilitazione per salvare 57 esemplari. Facevano parte del patrimonio immobiliare di un allevamento. Il proprietario: "Farò di tutto per rientrarne in possesso". Corsa contro il tempo, vendita prevista per il 5 marzo.

Azienda fallisce, asini all’asta. Gli animalisti: non macellateli: "Siamo pronti a comprarli noi"

Azienda fallisce, asini all’asta. Gli animalisti: non macellateli: "Siamo pronti a comprarli noi"

Gara di solidarietà attorno a un allevamento di 57 asini a Forcello di San Possidonio, nel Modenese, dopo la pubblicazione di un’asta attorno alla vendita degli animali, disposta dal liquidatore giudiziale. A lanciare l’allarme sulla sorte degli equini, che potrebbero finire alla macellazione, è stata l’organizzazione non governativa Oipa Italia Odv - Organizzazione internazionale protezione animali.

"Cinquantasette esemplari– informa Oipa – sono finiti all’asta a seguito della dichiarazione di fallimento della società proprietaria da parte del Tribunale di Modena. Solo otto non sono macellabili, quindi 49 di rischiano di finire male. Esseri senzienti trattati come merce, come oggetti, finiti in un portale d’aste insieme a biciclette, auto, mobili". La storia dell’allevamento, appartenuto fino all’intervento dei giudici a Daniele Campagnoli, noto imprenditore locale, è piuttosto singolare. Gli animali erano parte dei beni patrimoniali della Daniele Quattro, società che gestiva un supermercato della zona , fortemente danneggiato dal sisma del 2012, dal 27 ottobre sotto tutela del Tribunale.

"Gli asini sono con me dall’82 – racconta Campagnoli –. Li tenevo per calmare i cavalli da corsa, una mia passione. All’inizio sono partito con un’asina. Poi sono diventati due, ora sono 57. Non ho mai pensato di macellarli, li considero ormai animali da compagnia, non da carne, anche se accudirli richiede certamente molto impegno".

Ora la sorte degli animali appare incerta, nonostante l’allevamento abbia sempre superato i controlli sanitari e nelle ispezioni, non siano mai emersi sospetti di malnutrizione o altro, tanto che lo stesso Tribunale – dopo la decisione di vendita – ha nominato come loro curatore lo stesso Campagnoli. Tranne qualche protesta dei vicini, infastiditi dal raglio degli animali, non si registra nessun tipo di denuncia.

"Quando immagino che qualcuno li possa condurre al macello – sottolinea Campagnoli – impazzisco perché li ho allevati, cresciuti come si fa col proprio cane o gatto. Gli voglio bene. Qualcuno può pensare anche che abbia problemi psicologici, perché voglio bene a degli asini. Confermo che mi sono affezionato a loro".

Gli animali sono stati valutati 250 euro a esemplare ma la vendita è riferita all’intero lotto e non al singolo capo. Pertanto il prezzo base d’asta supera i 14mila euro, con un rilancio minimo di 500.

"L’asta di animali è una procedura amministrativa non etica, in cui gli animali sono considerati meri oggetti. La scelta è quantomeno discutibile", commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.

"Da qualche giorno – aggiunge Giusy Lanzano di Oipa Modena – riceviamo telefonate di persone che chiedono come salvare gli asini. Stiamo valutando come procedere". L’asta è fissata in modalità telematica asincrona per il 5 marzo 2024, dalle 10 alle 16.30. C’è tempo fino ad allora per salvare gli animali da una fine incerta. Alla gara parteciperà anche il loro allevatore. "Farò tutto il possibile – promette Campagnoli – tramite amici e con chiunque potrà dare una mano per ricomprarli. Vorrei continuare a mantenerli. L’ho fatto per 40 anni e non mi pesa continuare a stare vicino a loro".