Roma, 25 novembre 2024 – Sull’influenza aviaria l’infettivologo Matteo Bassetti usa parole chiarissime da mesi. A luglio aveva dichiarato: “Nessuno ha dubbi che sarà la prossima pandemia.
E ha ripetuto lo stesso concetto dopo i contagi tra Canada e Stati Uniti, l’adolescente e il primo caso pediatrico in California.
Lo abbiamo intervistato.
Professor Bassetti, in questo caso ci sta proprio: lei lo aveva detto...
“Mi pare abbastanza evidente che serve attenzione per un virus che ha provocato 55 contagi negli Stati Uniti nel 2024, più di quanti ne abbia fatti mai”.
Quali sono i sintomi dell’influenza aviaria sull’uomo?
“I sintomi sono gli stessi dell’influenza, il virus può dare la polmonite interstiziale, proprio per questo in Canada un adolescente è finito in rianimazione. E chissà quanti casi ci saranno stati e non ce ne siamo accorti, negli Usa o altrove”.
Il virus dell’aviaria non viene cercato?
"Non lo ha mai cercato nessuno. Anche su questo bisognerebbe sensibilizzare la diagnostica. Cercare questo virus non è sbagliato, ad esempio quando c’è una polmonite che non capiamo fino in fondo sarebbe opportuno fare un esame. Anche per evitare gli errori del passato, cercavamo i cinesi con il Covid e negli ospedali avevamo già i bergamaschi malati”.
Gli Stati Uniti perché ci devono preoccupare?
"Il fatto che il virus H5N1 sia arrivato in un paese così vicino culturalmente al mondo occidentale di certo spaventa più di un’epidemia ad esempio in Cambogia. Perché un conto è un paese dove c’è una commistione importante tra animali e uomo, un altro è l’evoluta America”.
Il caso pediatrico negli Stati Uniti cosa ci dice?
"Ci pone sicuramente degli interrogativi. Per le autorità sanitarie pare certo il contagio da un volatile”.
E l’adolescente in Canada?
"Ci dice che il virus oggi è completamente diverso. Sempre H5N1 ma non viene dalle mucche. Quindi ha già fatto un altro giro. Perché ogni volta fa una mutazione. Ed è evidente che questo virus di aviario non ha più niente”.
L’aviaria è arrivata anche in Antartide.
"E ha contagiato pinguini e leoni marini. Ma aveva già contagiato piccioni e gabbiani. Quindi c’è una commistione tra mammiferi, volatili ed esseri umani”.
Il contagio da uomo a uomo non è mai stato provato.
"Fino ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana. Ma dobbiamo chiederci se accadrà quel che è successo con Sars Covid19. E a dire il vero non possiamo sapere se non c’è”.
Cosa si dovrebbe fare?
"Penso agli Stati Uniti, hanno fatto sorveglianza tra gli allevatori e hanno trovato il 7% di contagi. Perché non ripetere la stessa cosa anche in Italia? Nessun allarmismo ma fare sorveglianza negli allevatori potrebbe essere uno strumento importante”.
Cosa raccomanda?
"Dico che bisogna interessarsi di più del problema. Non è il negazionismo che aiuta. Serve preparazione”.
Cosa vede, nel frattempo?
"Ascolto frasi che mi preoccupano, sentire ancora che c’è qualcuno che va nelle commissione nazionali dicendo che il Covid non è mai esistito e che i vaccini non sono serviti a nulla non mi pare un bel biglietto da visita per il mondo. Questa mentalità antiscientifica che serpeggia anche nel nostro paese è pericolosissima. Lo dico per i cittadini. Insisto: iniziare a cercare il virus dell’aviaria non vuol dire terrorizzare la gente”.