Roma, 2 maggio 2024 – Autovelox ma anche Tutor, TruCam e Photored: perché le multe siano valide, devono esserci precisi requisiti tecnici, fissati e ribaditi (da almeno nove anni) prima dalla Corte Costituzionale e poi dalla Cassazione. Quali? Ecco una guida con le risposte di Luigi Vingiani, avvocato e segretario nazionale Cgdp, la Confederazione dei giudici di pace. In attesa del nuovo codice della strada 2024.
Sentenza della Corte Costituzionale (2015)
Chiarisce Vingiani: “La Corte Costituzionale nel 2015 ha stabilito che tutti i sistemi impiegati nell’accertamento della velocità devono essere sottoposti anche a verifiche periodiche di funzionalità e taratura, in caso di contestazione il giudice è tenuto ad accertare se le verifiche siano state fatte. A me è capitato di richiedere il controllo per un Photored”.
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Che cos’è la taratura?
“La taratura - chiarisce il segretario nazionale giudici di pace - è un altro modo per definire la verifica metrologica legale. Quindi, nella sostanza, il confronto con un apparecchio similare per stabilire l’esattezza della misurazione. Quella che, per fare un esempio pratico, garantisce anche il corretto funzionamento delle bilance. Prima della sentenza 113 del 2015 si parlava solo di omologazione. Quindi è stata la Corte Costituzionale a sollevare il problema della verifica metrologica”. Giorgio Marcon, consulente tecnico del ‘Centro tutela legale’ – studia la sicurezza stradale da una vita -, sostiene che nessuno sia a norma in Italia. Come facciamo a sapere che ad esempio gli autovelox siano in regola? “Nel verbale della multa deve essere indicato tutto. Anche gli apparecchi mobili devono avere la taratura periodica. Tutte le sentenze ormai vanno in questa direzione. Prima ci si fermava all’omologazione. Non esiste nessun sistema che possa essere valido per tutta la vita”.
“Ecco che cosa deve essere riportato nel verbale”
“Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, nel verbale c’è l’obbligo di indicare la data di omologazione, il numero di omologazione e l’ultima verifica metrologica. Questi sono i requisiti minimi. Altrimenti la sanzione è nulla”, ribadisce l’avvocato Vingiani.
Possibile una class action?
“Le multe, una volta pagate, estinguono ogni tipo di contenzioso. Questo è un principio di certezza del diritto, altrimenti si metterebbe sempre tutto in discussione. Quindi non credo che una class action sia in linea generale ammissibile. L’unica ipotesi che intravedo è quella della responsabilità erariale, là dove venga ravvisato un comportamento negligente, colposo o doloso, da parte di funzionari dell’amministrazione”.
Il decreto autovelox
Si attende il decreto autovelox dal 2010 ma quello di Salvini – che dovrebbe essere pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale – non sana l’equivoco perché parla di “omologazione o approvazione”. “Ma i giudici applicheranno ciò che hanno stabilito Corte Costituzionale e giurisprudenza di Cassazione, principi confermati da migliaia di sentenze”.
“Cosa deve fare un sindaco”
Ma nel frattempo un sindaco cosa dovrebbe fare, continuare a installare autovelox o fermarsi finché il quadro non si chiarisce? “Le cose alla fine sono molto semplici - ribadisce Vingiani -. Per essere installato l’autovelox deve avere tutti i requisiti di cui si è parlato, quindi taratura, omologazione approvazione e verifiche periodiche. Se gli amministratori o i funzionari non si attengono a questi principi, secondo me hanno delle responsabilità non solo di natura erariale. L’apparecchio non deve essere usato per fare cassa ma per prevenire incidenti. L’autovelox è un deterrente”.