
Decreto omologazione per gli autvelox
Roma, 21 marzo 2025 – Tutti gli autovelox approvati dopo il 2027 saranno omologati d’ufficio. È una delle novità contenuta nel decreto sull'omologazione dei dispositivi anti velocità che diventerà operativo a luglio. Il decreto – inviato dal Mit a Bruxelles per il vaglio dell’Europa – contiene nuove regole per l'utilizzo degli apparati e, di fatto, rappresenta una pietra tombale sul ‘gioco dei ricorsi’, ultima spiaggia per gli automobilisti multati.
Ma il Codacon tuona: “Gli apparecchi non a norma devono essere spenti e non possano elevare sanzioni verso gli automobilisti. Gli enti locali non possono elevare multe a raffica sulla base di apparecchi di rilevazione della velocità che non rispettano le regole”.
Quando diventerà operativo il decreto
L’Asaps, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, ha comunicato l'avvenuta notifica del decreto al Sistema Tris della Ue, dopo quello appena pubblicato sull'alcolock.
A luglio il decreto omologazione diventerà quindi operativo, mettendo fine a polemiche e ricorsi scaturiti dopo l'ordinanza 10505/2024 della Corte di Cassazione. Il decreto è composto da sette articoli e da un lungo allegato tecnico contenente caratteristiche, requisiti e procedure di omologazione, taratura e verifica di funzionalità dei dispositivi e sistemi per l'accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità ai sensi dell'art.142 del Codice della Strada.
Omologazione d’ufficio per 12 ‘modelli’
“La principale novità – sottolinea l'Asaps – si trova nell'articolo relativo alle disposizioni transitorie, quando si indica che "i dispositivi o sistemi approvati secondo quanto previsto dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 13 giugno 2017, n. 282, essendo conformi alle disposizioni dell'allegato tecnico, sono da ritenersi omologati d'ufficio”. Sarebbero solamente 12 i sistemi già omologati d'ufficio.
Cosa succede agli autovelox più vecchi?
Tutti gli altri dispositivi – quelli approvati prima del 2017 – dovranno seguire una “procedura tassativa con la disattivazione fino al completamento dell’iter di omologazione, che prevedono che il titolare dell'approvazione di un dispositivo o sistema approvato prima dell'entrata in vigore del decreto possa richiedere l'omologazione integrando la documentazione, presentata in occasione dell'approvazione, entro il termine di sei mesi dall'entrata in vigore del decreto”.
Asaps: "Finiranno i ricorsi sistematici”
"Avevamo chiesto con forza che si procedesse velocemente ad approvare anche questo importante decreto – commenta il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni – e finalmente si farà chiarezza, e finiranno i sistematici ricorsi che hanno criminalizzato i misuratori di velocità e hanno fatto annullare le sanzioni per le velocità oltre i limiti, anche le velocità tra le più elevate. In troppi incidenti la velocità è stata causa di morti e feriti. Auspichiamo che torni una 'pace' tra gli automobilisti e chi controlla il rispetto delle regole".
Codacons: “Spegnere gli apparecchi non a norma o raffica di ricorsi”
"L’eccesso di velocità è una violazione grave – dicono dal Codacons – che causa incidenti, morti e feriti sulle nostre strade e che va contrastata con la massima severità. Tuttavia, così come i cittadini devono rispettare le disposizioni del Codice della strada, lo stesso deve avvenire per gli enti locali, che non possono elevare multe a raffica sulla base di apparecchi di rilevazione della velocità che non rispettano le regole, come peraltro stabilito di recente dalla Corte di Cassazione".
La conseguenza automatica del nuovo decreto del Mit, sottolinea il Codacons, è che gli autovelox che non rispettano gli standard previsti dal Ministero dovranno essere disattivati dai Comuni, in attesa del completamento dell’iter per ottenere l’omologazione ministeriale: in caso contrario, qualsiasi sanzione elevata da apparecchi approvati ma non omologati secondo le nuove regole, sarà dichiara nulla da Prefetti e Giudici di pace, e si rischia una valanga di ricorsi da parte degli automobilisti con costi legali enormi per le casse comunali.