Roma, 29 aprile 2024 – Autovelox non a norma e quindi multe illegittime. Lo sostiene ad esempio Giorgio Marcon, consulente tecnico del “Centro tutela legale” che assiste automobilisti in tutta Italia. Ma perché? Ecco i punti del ragionamento e cosa può accadere ora.
1. Certificazione metrologica legale
La certificazione metrologica legale, spiega Marcon, “è il punto base, preliminare a tutti gli altri. Verifica che l’occhio elettronico - non solo autovelox ma anche photored, etilometro, telecamere per la Ztl - corrisponda alle normative nazionali e internazionali come strumento di misura legale. Facciamo l’esempio della bilancia: se ci metto il peso di un chilo, deve pesare un chilo. Lo stesso vale per l’autovelox, occorre la certezza della misura”. Chi fa la verifica metrologica? "Servono laboratori accreditati”.
2. Omologazione
Questo passaggio è stato sollevato da una sentenza della Cassazione dopo una multa a Treviso poi dichiarata impugnabile, in assenza di quel requisito. La Corte di fatto ha stabilito che la sanzione non può considerarsi legittima in mancanza di questo requisito.
3. Approvazione
La stessa Cassazione chiarisce bene che l’approvazione è un passaggio diverso rispetto all’omologazione. Anche in questo caso, deve entrare in azione il ministero.
4. Verifica di corretta funzionalità
Il consulente tecnico Marcon aggiunge infine un quarto punto, “la verifica della corretta funzionalità, secondo regole previste dalle normative europee e internazionali. Dovrebbe essere almeno mensile e consiste nel mettere a confronto l’autovelox con un altro impianto per certificare che i passaggi siano uguali. Se l’errore è superiore al 5%, vuol dire che il velox non funziona correttamente”.
5. Cosa succede ora
Secondo il consulente tecnico, la sentenza della Cassazione apre la strada a una possibile “causa pilota che potrebbe preludere a una class action e finire alla Corte europea, se l’Italia non osserva quanto previsto dalla legge. Da 10 anni chiediamo l’apertura di un tavolo, ma le nostre richieste non sono mai state accettate”.
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