Giovedì 5 Settembre 2024

Autostrade, Toninelli: "Revoca totale della concessione". Aspi al contrattacco

La società del Gruppo Atlantia: "Dalla relazione del Mit sul Ponte Morandi non emerge nessun inadempimento grave". E sul video inedito: "Non chiarisce le cause del crollo". Il ministro: "Rapporto di fiducia venuto meno, Aspi incapace di gestire un bene pubblico". Centinaio (Lega): "Non difendo i Benetton, ma basta 'no'"

Le macerie del Ponte Morandi di Genova (LaPresse)

Le macerie del Ponte Morandi di Genova (LaPresse)

Roma, 01 luglio 2019 - Polemica fra Autostrade per l'Italia e il governo dopo le indiscrezioni di stampa attorno alla relazione tecnica della commissione del Mit sul crollo del Ponte Morandi di Genova. Non emergerebbe "nessun inadempimento grave", sottolinea la società del gruppo Atlantia che ricorda come la revoca della concessione comporterebbe il pagamento di un "indennizzo" del valore della concessione stessa. Toninelli insiste: "Rapporto di fiducia venuto meno, revoca deve essere totale". E sull' ipotesi indennizzo precisa: "Clausola illegittima e incostituzionale".  Intanto, il titolo di Altantia crolla in Borsa, arrivando a cedere a metà mattinata il 3,5%. 

LA RELAZIONE DEL MIT E LA NOTA DI AUTOSTRADE - Diversi media riportano come i giuristi incaricati dal ministero avrebbero evidenziato "un grave inadempimento" da parte di Aspi che consentirebbe una revoca "unilaterale" della concessione. In mattinata, ecco la replica della società che in una nota precisa di non aver ricevuto "alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso" e contesta "il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale" di stralci del documento prima ancora che questo sia stato reso noto alla controparte. Autostrade per l'Italia sottolinea che dalle anticipazioni "non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione" ai sensi del contratto di concessione. 

Quindi ribadisce che "i termini della Convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti". E sottolinea che "la sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione".

Quanto al filmato inedito del crollo diffuso oggi dagli inquirenti, la società dichiara: "Sulla base del video e dei parziali risultati del primo incidente probatorio non è possibile affermare che il crollo sia stato determinato dal cedimento dell'attacco degli stralli".

Il video che riprende il momento del crollo del Ponte Morandi

TONINELLI - Nonostante la netta nota di Aspi, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, tira dritto. "Il Movimento 5 Stelle  - dice - ritiene che, essendo venuto meno totalmente il rapporto di fiducia nei confronti di un concessionario che si è dimostrato incapace di gestire un bene pubblico, questo deve portare ad una evidente revoca della concessioni" perché "le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato sul Ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i 3mila Km" e "la revoca delle concessioni riguarda l'intera rete concessa"

Sulla clausola in mano ad Autostrade per l'Italia che stabilisce come il gruppo abbia diritto a un indennizzo in caso di revoca, Toninelli non ha dubbi: "E' illegittima e incostituzionale, per noi non esiste".  Quindi il messaggio/frecciata al Carroccio che, secondo il ministro, non deve fare l'avvocato di Atlantia ma l'interesse dello Stato. "Siccome i Benetton hanno tantissimi avvocati - dice ancora Toninelli - spero che la Lega non si aggiunga a lista infinita di avvocati strapagati dal concessionario Aspi e quindi dai Benetton, ma tuteli l'interesse pubblico che è stato evidentemente leso da un'assenza di gestione che ha provocato 43 morti".

CENTINAIO - Dal Carroccio si leva la voce del ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. "Sono favorevole alla revoca se non propongono alternative - dice -. Io vorrei alternative", precisa. "Non difendo nessuno, né Atlantia né tantomeno i Benetton - spiega -. Prima voglio vedere le carte". E sottolinea: "Ma il tempo dei no è finito, è tempo di costruire proposte alternative".