Piacenza, 1 novembre 2024 – “Non sto puntando il dito, chiedo che cosa hanno fatto i servizi sociali di fronte alla segnalazione di una mamma di una bambina che era loro affidata”. A parlare, è Lorenza Dordoni, l’avvocata della mamma di Aurora, la 13enne morta dopo essere caduta dal balcone di casa: dell’omicidio è accusato il fidanzato 15enne.
La legale ha voluto infatti mettere in evidenza che dal 2017, con decreto del tribunale per i minorenni, i servizi sociali di Piacenza erano stati nominati affidatari di Aurora e della sorella, ora maggiorenne.
Il 30 ottobre, il comune di Piacenza aveva confermato che la madre della giovane aveva fatto una segnalazione riguardo ai comportamenti del fidanzatino, ritenuto essere “una compagnia non gradita”. La signora aveva dichiarato di aver “difficoltà a gestirne la presenza in casa, a volte anche notturna”. Tuttavia, non erano stati segnalati “comportamenti violenti”, né era stata sporta una denuncia alla polizia.
“Confermo che la madre non aveva fatto denuncia, chiedo però se i servizi sociali, che erano affidatari, hanno fatto qualcosa. Sono pronta ad un sereno confronto – ha affermato Dordoni – per diramare che tutto il possibile è stato fatto. Hanno verificato chi fosse questo ragazzino e hanno svolto qualche indagine nelle scuole nel paese in cui viveva per delineare meglio se le preoccupazioni della madre erano morbose o reali? Sono in attesa di risposte e spero che arrivino quanto prima”.
Ier, il Tribunale per i minorenni di Bologna ha convalidato il fermo per il 15enne, che resta dunque nel carcere minorile del capoluogo regionale. Inizialmente era indagato a piede libero: a fare la differenza sono state le dichiarazioni di un testimone chiave che avrebbe assistito alla caduta di Aurora. L’autopsia ha rivelato che la 13enne ha lottato, tentando di restare aggrappata alla ringhiera. Ma il fidanzato l’avrebbe picchiata per farla cadere nel vuoto.