di Giambattista
Anastasio
Attilio Fontana, leghista, presidente uscente della Regione Lombardia, perché gli elettori dovrebbero votare il centrodestra, in sella già da 28 anni?
"Perché il centrodestra ha confermato di avere un modello di governo particolarmente efficiente in questa regione, che è la più industrializzata del Paese, la più attrattiva per gli investimenti stranieri, la regione delle start-up, ma è anche la prima regione agricola del Paese e quella che ha più prospettive di nuovi posti di lavoro. Una regione che funziona e credo che il merito principale sia dei lombardi, ma anche di questo modello che il centrodestra interpreta e che pone al centro la collaborazione pubblico-privato, la sussidiarietà e la libertà di scelta".
Il primo provvedimento nel caso in cui fosse rieletto?
"Portare a compimento l’iniziativa assunta dall’assessore Guido Bertolaso per abbattere le liste d’attesa, un problema che riguarda tutta l’Italia ma noi siamo la Lombardia e dobbiamo eliminarlo prima di ogni altro. È un problema che deriva dai due anni di Covid, che hanno rallentato l’attività degli ospedali, e dalla carenza di medici e infermieri che è conseguenza di un errore di programmazione nazionale".
I suoi sfidanti sottolineano che la regione in questi anni è cresciuta poco rispetto ad altre in Europa.
"Lo dicono senza controllare i dati. La Lombardia è ai vertici anche a livello europeo, abbiamo superato la Catalogna, siamo molto vicini al Baden Wurttemberg, stiamo combattendo per il primo posto, non certo per posti di retroguardia".
Di nuovo sulle prenotazioni di visite ed esami medici: si arriverà ad una vera agenda unica tra pubblico e privato?
"Di fatto c’è già l’agenda unica, nel senso che i privati hanno messo a disposizione le loro agende. Mancano ancora alcune prestazioni, non ancora inserite, però il dato è che un’agenda unica c’è, anche se dobbiamo sicuramente migliorarla".
Crede che il rapporto tra pubblico e privato nella sanità lombarda sia da riequilibrare?
"La sanità in Lombardia è pubblica perché il pubblico fa le scelte. Esiste poi una gamba privata che aiuta nel momento del bisogno. La sinistra è ossessionata dalla sanità privata ma non guarda i dati: in Lombardia non c’è la prevalenza del privato e, anzi, ci sono altre sei regioni in cui è più presente che in Lombardia. Non solo il Trentino, la Sicilia e la Calabria hanno, percentualmente, più letti privati accreditati rispetto a noi, ma anche Campania, Lazio ed Emilia Romagna. Probabilmente da loro il privato funziona un po’ meno bene".
Il servizio ferroviario regionale gestito da Trenord è carente. Quale scatto immagina?
"La rete ferroviaria lombarda non appartiene alla Regione ma a Rfi, ha 70 anni e fu realizzata per il passaggio di 500 treni al giorno: oggi ne abbiamo 2.300. Si tratta di una rete non aggiornata dal punto di vista tecnologico e pure Rfi ha riconosciuto che è superata. Io nel febbraio 2019 sottoscrissi un accordo proprio con Rfi, che si era impegnata ad investire 14 miliardi. Purtroppo non è stato fatto nulla e nel 2023 non è possibile avere centinaia di chilometri a binario unico. Ho chiesto a Rfi di cederci la rete ma hanno detto no. Ora il ministro Salvini si è reso conto che Rfi è inadempiente e interverrà per fare in modo che gli interventi siano fatti. Noi come Regione abbiamo acquistato 220 treni e ne abbiamo messi in servizio già 74, quindi la parte del gestore è risolta".
Che farà per le case popolari?
"La riforma è stata realizzata: le assegnazioni fino al 2019 erano in capo ai Comuni, poi abbiamo cambiato le procedure e già dallo scorso anno questa svolta ha consentito di smaltire gli arretrati. A Milano il 40% dei ritardi sta in capo al Comune, non solo ad Aler, questo per dire che non è colpa di nessuno. E abbiamo cambiato le procedure per accelerare. Per il resto, abbiamo approvato un piano casa da 1,5 miliardi per l’efficientamento energetico, le ristrutturazioni e per la riedificazione degli stabili".
Quali misure per i giovani?
"Abbiamo approvato una legge speciale che diventerà del tutto operativa nella prossima legislatura, senza dimenticare i sostegni al diritto allo studio o la dote sport. Adesso stiamo discutendo con gli istituti di credito per un prestito d’onore che consenta ai giovani di andare a vivere da soli o aprire un’attività".
Capitolo ambiente: sui veicoli elettrici la Lega tira il freno.
"In Regione abbiamo incentivato la sostituzione dei mezzi più inquinanti ma nonostante questo c’è chi non può proprio permettersi di cambiare auto. O ci sono gli anziani, che usano la macchina per brevi spostamenti. Perciò abbiamo previsto Move-In, un sistema che consente di muoversi entro un certo chilometraggio in deroga alle Ztl. Altro tema è il motore termico: qui c’è da considerare anche la sostenibilità economica e sociale. Non si può distruggere un intero comparto. E metterci nelle mani dell’elettrico significa metterci nelle mani della Cina. Abbiamo già visto cosa vuol dire dipendere esclusivamente da forniture estere".
Autonomia: quale materia vorrebbe per prima?
"La sanità. Un anno fa il presidente Luca Zaia ed io chiedemmo al Governo di avere un rapporto diretto coi medici di base, che oggi hanno solo una convenzione col ministero della Sanità, che decide dove mandarli e li paga. Chiedemmo un’autonomia di rapporto per poter assumere un certo numero di medici da destinare alle zone più disagiate, dove nessuno vuole andare, dando pure incentivi economici. Il Governo ha detto no".
Teme l’aumento dei voti per FdI e le ricadute in coalizione?
"Abbiamo già governato insieme 5 anni in una situazione in cui c’era un partito significativamente più forte e il principio guida è stata la condivisione".