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L'ex allenatore di calcio femminile, difeso dall'avvocato Francesco Vasini, è accusato di atti sessuali con minorenne. Ha patteggiato due anni
Rimini, 20 febbraio 2025 – Ha patteggiato una condanna a due anni con la sospensione della pena condizionata alla frequenza di un percorso di recupero curato dall'associazione "Dire Uomo".
Inoltre, ha già versato ai genitori della vittima un risarcimento di 90mila euro oltre alle spese legali. Si è conclusa in questo modo la vicenda giudiziaria che aveva coinvolto un 44enne, ex allenatore di calcio femminile, residente nella zona sud della provincia di Rimini e difeso dall'avvocato Francesco Vasini, accusato di atti sessuali con minorenne per aver consumato un rapporto con una sua allieva, all'epoca dei fatti (si parla del 2023) appena 13enne, residente nel Cesenate.
Le indagini
L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani. Le indagini si erano messe in moto nell’estate di due anni fa, a seguito di una denuncia presentata dalla madre della ragazzina. Quest’ultima, in quel periodo, era stata ricoverata in ospedale per alcuni disturbi e proprio in quell’occasione avrebbe confidato al suo medico curante di aver intrattenuto una relazione di natura sentimentale, sfociato nella consumazione di un rapporto sessuale vero e proprio, con il “mister”, ovvero l’allenatore di calcio della squadra femminile in cui la giovane militava all’epoca dei fatti. Tutto sarebbe cominciato, secondo il racconto della minore - una ragazzina estremamente fragile e con problemi emotivi - durante gli allenamenti con dei normali scambi di abbracci. Nel tempo, l’allenatore aveva incominciato a prodigarsi fornendo consigli e sostegno alla ragazzina, affetta da disturbi comportamentali, diventando in breve tempo una sorta di suo confidente e conquistando rapidamente la fiducia sua e della sua famiglia.
Tanto che i genitori, nutrendo la massima stima nei confronti del “mister”, avrebbero acconsentito a farle trascorrere del tempo da sola con quell’uomo che ai loro occhi si presentava come una sorta di mentore o tutore, invitandolo nella lor abitazione e facendola rimanere a dormire anche a casa sua. E’ in una di quelle occasioni che, secondo il racconto fatto successivamente dalla minore, l’allenatore avrebbe oltrepassato il limite, consumando con lei un rapporto sessuale completo.
La 13enne non si sarebbe opposta, credendo ingenuamente di vivere una storia d’amore sincero con quell’uomo più grande di cui credeva di essersi innamorata. La sua testimonianza era stata in seguito accertata grazie alle visite ginecologiche in ospedale. L’allenatore, dal canto suo, si era in un primo momento difeso sostenendo di avere avuto un rapporto molto profondo con la sua allieva, ma ispirato al modello padre e figlia.