Giovedì 21 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Cronaca

AstraZeneca agli under 65 E Moderna taglia altre dosi

L’Aifa pronta a innalzare l’età dei cittadini cui somministrare il siero di Oxford. Intanto Johnson & Johnson chiede l’autorizzazione all’Europa per il suo antidoto

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di Elena G. Polidori

Prende lentamente forma un nuovo piano vaccini organico. Ieri, dopo l’ennesima riunione tra rappresentanti del ministero della salute, Aifa e Regioni, sembra delinearsi una svolta che comunque dovrà essere confermata da un’ulteriore riunione della commissione tecnica dell’Aifa; si va verso la somministrazione del vaccino AstraZeneca fino a 65 anni (finora indicato dai 18 ai 55 anni). Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha infatti chiesto all’ Aifa di "fare ogni verifica sul piano scientifico e sulla base di evidenze, per capire se c’è la possibilità di ampliare il limite dell’età. Tale decisione aiuterebbe a velocizzare la campagna vaccini". Anche perché il vaccino Moderna è in ritardo nelle consegne di febbraio, che saranno recuperate a marzo, a causa di un contratto di pre acquisto verso gli Usa di 150 milioni di dosi, che arriveranno sul territorio americano in una prima tranche a marzo, e poi anche a maggio e a luglio con ulteriori 200 milioni di dosi. Una ‘distrazione’ rispetto a quanto si pensava di ottenere per i primi giorni di marzo e che ha quindi costretto a una revisione del piano approvato negli ultimi giorni del governo Conte II.

A ieri, in Italia erano state somministrate 3.057.132 le dosi di vaccino su un totale di 1.289.059 persone vaccinate anche con il richiamo. Le dosi distribuite alle regioni sono 3.651.270 delle quali l’83.7% somministrate.

Intanto, anche Johnson & Johnson ha chiesto ufficialmente all’Agenzia europea per i medicinali (Ema) l’autorizzazione all’uso del suo vaccino contro il Covid-19. La valutazione dovrebbe arrivare a metà marzo, ma la presidente della commissione europea, Ursula Von Der Leyen presenterà oggi una procedura accelerata per l’approvazione dei vaccini adatti anche alle nuove varianti Covid per aumentare le forniture (ma inciderà anche su quelli già autorizzati) e raggiungere il prima possibile l’agognata vaccinazione di massa.

Resta aperta, su questo fronte, la questione dei possibili acquisti autonomi delle Regioni. Il presidente veneto Luca Zaia attende una risposta su 27 milioni di dosi proposte da due diversi intermediari e anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana preme per un’autorizzazione all’acquisto diretto. "Draghi usi la sua autorevolezza per reperire i vaccini", auspica il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Da Pfizer, però, secondo una fonte, si nega che ci sia disponibilità extra.

A preoccupare, comunque, ora sono le varianti del virus e la loro circolazione accelerata, tanto che Bruxelles è pronta anche a lanciare un programma di ricerca comune sulle varianti del Covid-19 in modo da testare più in fretta anche la risposta dei vaccini e del conseguente piano di somministrazione. "L’Europa – ha detto la Von Der Leyen – deve accelerare dinanzi alle mutazioni del virus", allarme lanciato anche dall’infettivologo, Massimo Galli. "Questa è la realtà intorno a cui è inutile fare chiacchiere".