Mercoledì 2 Ottobre 2024
LEO TURRINI
Cronaca

IL RACCONTO / Assenteisti e finti malati, il medico fiscale: "A letto vestiti coi termometri truccati"

Il racconto di un medico a caccia di finti malati: "Tanti imbroglioni, e noi siamo solo mille" INPS: "PRONTI A CONTROLLI SU ASSENZE"

Febbre, influenza termometro (Ansa)

Febbre, influenza termometro (Ansa)

Leo Turrini

ROMA, 4 gennaio 2015 - «UNA VOLTA dovevo sottoporre a controllo medico un impiegato che aveva presentato un certificato secondo il quale proprio non poteva muoversi. Arrivo sotto casa sua, parcheggio e lo vedo che sta dipingendo la parete esterna della casa». Annalisa Sette, dottoressa, classe 1955. Romana, per anni presidente dell’associazione dei Medici fiscali italiani. In prima linea contro il misterioso esercito degli assenteisti. Mestiere forse impopolare, in un Paese che non ama le regole. «Ma guardi che non sempre la colpa è del singolo fannullone – sorride la dottoressa Sette –. Prenda le storie di questi giorni, i vigili urbani di Roma e gli spazzini di Napoli…».

Prendiamole. «C’è una responsabilità degli enti pubblici. Lo Stato, in quanto datore di lavoro, non fa il suo dovere. Regioni e Comuni, nemmeno».

In che senso? «Ah, è semplice. Lo sa che nel privato abbiamo ridotto l’assenteismo a livelli europei?».

E come avete fatto, scusi? «Appunto con il meccanismo delle visite fiscali. L’Inps è attento a queste cose, sollecita le verifiche e i risultati arrivano. Cioè, sono arrivati. Anche i medici di famiglia sono più sensibili di un tempo, sanno che poi qualcuno controlla. Mentre nel pubblico…».

Tutti a casa, come nel film di Sordi. «Più o meno. Guardi, la verità è che manca la volontà politica. Gli strumenti ci sarebbero, se chi governa, a Roma o altrove, si decidesse a usarli».

Fannulloni anche i ministri, i sindaci e gli assessori. «L’unico che aveva provato a far qualcosa era stato Brunetta».

Ma vigili e netturbini se ne sono fregati e hanno vinto. «Eh, se nessuno controlla è il paradiso dei furbetti».

L’occasione fa l’uomo assenteista, dottoressa? «Noi medici fiscali in Italia siamo poco più di mille. Assicuriamo un servizio prezioso e in fondo lo comprende anche il presunto nemico. Per capirci, mai ho ricevuto minacce per il servizio che svolgo».

Lei si diverte a smascherare un imbroglione? «Mica è questione di divertimento. Pensi che una volta arrivo a casa di uno che si proclamava malatissimo. Non si aspettava la visita, stava per uscire, si era infilato alla disperata sotto le lenzuola. Vestito di tutto punto».

Come è andata a finire? «L’ho beccato perché non aveva avuto tempo di togliersi nemmeno le scarpe».

Chissà quanti trucchi avrà visto da vicino. «Nel film di Don Camillo il sindaco Peppone metteva il termometro nel brodo per simulare il febbrone. Oggi l’assenteista è più scaltro, ma un medico esperto la fregatura spesso la coglie al volo, da un dettaglio. C’era quello che aveva un reumatismo terribile a una spalla e poi si sfilò la maglietta con l’agilità di Totti dopo un gol nel derby…».